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Questa mattina il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha visitato presso la sede nazionale della Croce Rossa Italiana a Roma. Si tratta del centro operativo da dove da ieri si stanno effettuando le chiamate ai cittadini per l’indagine di sieroprevalenza del Ministero della Salute e Istat, a cui collabora la Croce Rossa.
Accolto dal Presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, il Ministro ha seguito i lavori nel corso della mattinata. Ha infatti trascorso alcune ore fianco a fianco con il presidente e i volontari.
Ha quindi spiegato ai non addetti ai lavori il concetto di sieroprevalenza, centrale nella ricerca in corso sulle cause che hanno condotto alla diffusione del Coronavirus e alla conseguente pandemia. “È un’analisi nazionale su un campione di 150mila persone – ha spiegato il ministro –. Questa analisi ci permetterà di capire esattamente cosa è successo nel Paese sulla diffusione del nuovo Coronavirus. Voglio ringraziare la Croce Rossa, i suoi volontari e anche l’Istat, che hanno consentito questo lavoro insieme a tutte le Regioni italiane. Conoscere l’epidemia è un modo straordinario e importante per affrontarla meglio e per vincerla“.
Anche Francesco Rocca ha rilasciato alcune dichiarazioni, insistendo sulla sieroprevalenza e invitando la cittadinanza a rendersi utile per questo lavoro che potrebbe rivelarsi importantissimo nel contrasto al Coronavirus, anche in queste settimane in cui la Fase 2 ha ampiamente preso il posto dell’emergenza più grave. “I nostri volontari stanno lavorando senza sosta per questo servizio, davvero molto importante per le nostre comunità. Se ricevete una chiamata dallo 06.5510, ebbene è la Croce Rossa Italiana. Non è uno stalker, né una truffa telefonica, ma è un servizio importante che potete rendere al nostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso“, ha sottolineato infatti Rocca.
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A fianco della Croce Rossa sta lavorando anche l’Istat, che tramite il suo presidente Gian Carlo Blangiardo ha reso ancora più chiaro l’obiettivo della missione: “Si tratta di capire quanti esplicitamente o meno hanno contatto il Coronavirus. In questa fase è importante avere il livello del contagio contratto, per valutare le condizioni di rischio e capire come muoversi in alcune condizioni di apertura. I test hanno margini di errore del 5%. Ma vanno rapportati a un campione di un milione di persone. Allora, sul grande numero, l’informazione ha un valore diverso“.
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