Dodici mesi sono tanti, soprattutto quando si parla della pandemia di Covid. Nell’arco di un anno tutto può cambiare in termini di disponibilità dei vaccini, varianti in circolazione, ricoveri in ospedale ecc. Tornando con la mente a marzo del 2021 è possibile ricordare che in quel periodo tutte le regioni erano in zona rossa o arancione, i vaccini anti Covid erano disponibili solo per alcune fasce della popolazione (composte dai più anziani e fragili) e la variante inglese (Alpha) era quella predominante. C’erano numerosi contagi e ricoverati, ma non mancava una certa speranza, legata a doppio filo alla progressiva distribuzione dei vaccini e all’arrivo della bella stagione, durante la quale l’impatto del coronavirus è tendenzialmente minore.
Ora la situazione è completamente diversa. Tutta l’Italia è in zona bianca, l’83,85% della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale primario e nelle ultime settimane l’indice Rt e i ricoveri in terapia intensiva sono diminuiti. Lo stato di emergenza è agli sgoccioli e anche le mascherine e il Green Pass sembrano destinati a diventare un lontano ricordo nei prossimi mesi. Eppure, nonostante tutti questi enormi passi avanti, l’ombra proiettata dalla sottovariante Omicron 2 (BA.2) non lascia del tutto tranquilli. Non è il caso di farsi prendere dal panico, ma ci sono comunque dei numeri che non si possono ignorare.
Come riferito dal virologo Fabrizio Pregliasco, la sottovariante è più contagiosa di Omicron del 30%. Per l’esperto “chi ha avuto il Covid con l’ondata di Omicron di dicembre oggi può reinfettarsi, parliamo di una quota del 10%”. Tuttavia, “chi ha la tripla dose è protetto dalle forme gravi”. Per Pregliasco più che di quinta ondata bisognerebbe parlare di un “rialzo della quarta”.
Anche Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova, ha parlato dell’elevata contagiosità di Omicron 2. “È un virus che ha un indice di contagio R0 di 12”. La sottovariante si sta diffondendo rapidamente in Italia e nel mondo, determinando un incremento del numero dei contagi. Di fronte a questo scenario non si può fare altro che “proteggere i fragili. Non si può fare nulla con questi livelli di trasmissione, non funziona nessuna misura parziale. Quindi proseguiamo con le riaperture. Fermarle non serve contro un virus che ha un indice di contagio così alto”.
Parlando con Repubblica, Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, ha dichiarato che “se allentiamo troppo corriamo il rischio di un’ondata importante tra giugno e luglio”. Dal suo punto di vista servirebbe una maggiore gradualità nella riduzione delle misure restrittive. Per Ricciardi, l’aumento dei contagi non è del tutto inatteso. “Le vaccinazioni si sono fermate, l’attenzione della gente è calata, c’è stata una tendenza al liberi tutti”. Anche sulla vaccinazione dei bambini ci sono delle criticità. La copertura, infatti, non ha mai superato il 40%. Ma “possiamo ancora invertire la rotta”. Per Ricciardi è necessario mantenere l’uso delle mascherine e del Green Pass nei luoghi chiusi, visto che è soprattutto in certi ambienti che “si trasmette il contagio”.
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