La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è espressa a favore della terza dose del vaccino anti-Covid. Nella fase iniziale, il richiamo sarà somministrato con priorità a “tutti i soggetti immunodepressi, i trapiantati, i grandi anziani, gli ospiti delle Rsa e i sanitari a maggiore rischio”. I vaccini utilizzati saranno quelli a mRna (Pfizer e Moderna). In base a quanto comunicato dall’Aifa, la terza dose dovrebbe essere somministrata dopo almeno 28 giorni dalla seconda per i soggetti immunodepressi e i trapiantati. I grandi anziani, gli ospiti delle Rsa e il personale sanitario a rischio, invece, riceveranno il richiamo ad almeno sei mesi di distanza dalla seconda dose.
Il calo dell’efficacia del vaccino anti-Covid
La necessità di una terza dose emerge dagli ultimi studi scientifici condotti, dai quali emerge un calo dell’efficacia del vaccino negli ultimi sei mesi dal 90% al 65,5%. Di fronte a questo dato, Marco Cavaleri, il responsabile della strategia sui vaccini dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ha invitato tutti i Paesi a procedere con “piani autonomi per somministrare dosi addizionali o richiami del vaccino”. Nelle ultime settimane, Roberto Speranza, il ministro della Salute, si è mosso per cercare di rafforzar la protezione contro il coronavirus dei soggetti più vulnerabili.
Quando inizieranno le somministrazioni della terza dose?
In base a quanto trapelato nelle ultime ore, sembra che il governo abbia intenzione di procedere per gradi con la somministrazione della terza dose. A fine settembre dovrebbe iniziare la somministrazione del richiamo ai 3 milioni di immunodepressi presenti in Italia. Questo numero include anche chi ha subito un trapianto o delle cure chemioterapiche. A dicembre, invece, dovrebbe toccare ai 4 milioni di over 80, inclusi gli ospiti delle Rsa. Infine, da gennaio in poi anche gli operatori sanitari dovrebbero ricevere la terza dose di vaccino.