In una giornata particolare come quella del 10 dicembre (data in cui si celebra la Giornata internazionale dei diritti degli animali), arriva dal Giappone una notizia tanto particolare quanto potenzialmente importante nella lotta al Covid-19: un aninale nello specifico, lo struzzo, potrebbe rivelarsi un alleato fondamentale nell’individuazione del virus senza passare dal classico tampone. Ecco come.
Il ruolo degli struzzi nella vicenda, innanzitutto, non è affatto casuale. Studi effettuati nei mesi scorsi hanno infatti confermato che l’uccello noto ai più per le lunghe zampe e l’incapacità di volare è assai resistente alla Sars-Cov-2. Grazie a una struttura di anticorpi unica nel suo genere.
I ricercatori dell’Università della prefettura di Kyoto, nella zona occidentale dell’Arcipelago, hanno sviluppato così delle mascherine, i cui filtri sono “ricoperti” con gli anticorpi degli struzzi. Le mascherine sono capaci di mostrare la presenza del virus del Covid-19 se illuminate con luce ultravioletta.
A mettere la propria firma sulla scoperta è Yasuhiro Tsukamoto, con l’aiuto del suo team di ricercatori. L’utilità principale è quella di fornire un test a basso costo per rilevare la presenza del coronavirus. Per provare a mettere fine a un incubo che dura da ormai due anni.
Alla scoperta è seguito uno studio in cui alcuni soggetti hanno indossato le mascherine per otto ore. Al termine, gli scenziati hanno rimosso i filtri dalle mascherine stesse, spruzzando su di essi un agente chimico che si illumina alla luce ultravioletta in caso di presenza del virus. I filtri indossati da persone in cui era presente l’infezione da Covid-19 si sono illuminati nella zona toccata dal naso e dalla bocca.
Tsukamoto, professore di Medicina Veterinaria e presidente dell’Università stessa, ha studiato gli struzzi per anni, cercando di capire come i loro anticorpi potessero resistere a diversi tipi di influenze e allergie. Parlando con l’agenzia di stampa Kyodo, ha dichiarato di aver scoperto la propria positività al Covid-19 dopo aver indossato una delle mascherine. Una positività confermata dal tampone.
Il team di ricerca, ora, spera di riuscire a sviluppare le mascherine a tal punto da far sì che si illuminino automaticamente, senza l’utilizzo della luce ultravioletta, per mostrare in maniera evidente la presenza del virus. Senza bisogno di tamponi o test particolari.
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