Tutte le Regioni d’Italia sono ora classificate a rischio moderato per quanto riguarda l’emergenza Covid. E per quindici di esse esiste anche un’allerta di resilienza. A evidenziarlo sono i dati del monitoraggio della Cabina di regia comunicati dall’Iss. Questo a causa di numeri generalmente in aumento.
Covid: la crescita di indice Rt, incidenza e trasmissibilità
I dati del flusso del Ministero della Salute mostrano che nel periodo 13-26 ottobre 2021 l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,15 (range 0,93 – 1,28). E questo non solo è in aumento rispetto alla settimana precedente (0,96), ma pone l’Italia nuovamente al di sopra della soglia epidemica nel contrasto al Covid. E cresce anche l’incidenza settimanale, ora a 53 casi per 100 mila abitanti. Il dato si riferisce alla settimana dal 29 ottobre al 4 novembre, contro i 46 della settimana prima.
Secondo l’Iss, poi, l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero resta stabile ma sopra la soglia epidemica. Si tratta di un Rt pari all’1,12 in data 26 ottobre. Che comunque è superiore rispetto all’1,13 del 19 ottobre. Queste stime, peraltro, sono poco sensibili all’alto numero di tamponi anti Covid degli stessi giorni. Le stime, infatti, riguardano solamente i casi di pazienti sintomatici e/o ospedalizzati.
Ospedali, terapie intensive e contagi: la situazione
In data 4 novembre, invece, il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 4,0%. Ciò emerge dalla rilevazione giornaliera del Ministero della Salute, che il 28 ottobre aveva riscontrato un 3,7% per lo stesso dato. I reparti di medicina generale vivono infatti un’occupazione cresciuta dal 4,5% al 5,3%. La soglia d’allerta già riscontrata nel corso dell’emergenza Covid è comunque ancora lontana. In particolare per i reparti di area medica (15%), mentre per la terapia intensiva è del 10%.
Uno degli aumenti che maggiormente spaventano è però quello dei nuovi casi Covid non associati a catene di trasmissione. Sono infatti ora 8.326, contro 6.264 della settimana precedente. Aumentano anche i casi emersi grazie all’attività di tracciamento (da 33% a 35%). Identica la percentuale di casi rilevati tramite comparsa di sintomi (era e resta del 47%). In calo quelli scoperti tramite screening (18% contro 20%).