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SALUTE

Covid, perché bambini si ammalano meno: lo svela uno studio di Nature

All’inizio dello scorso anno, quando la pandemia è esplosa in tutto il mondo, gli ospedali pediatrici hanno dovuto fare i conti con una nuova sfida. Nell’arco di pochi giorni, i reparti pediatrici si affollarono di pazienti adulti. Il motivo era semplice. Mentre gli ospedali di tutte le città pullulavano di pazienti, i reparti pediatrici erano relativamente tranquilli. I bambini erano in qualche modo protetti dal risvolto della malattia, come evidenzia un articolo pubblicato ieri sulla rivista scientifica Nature.

Negli USA le persone di età inferiore ai 18 anni hanno rappresentato meno del 2% dei ricoveri per Covid-19: per un totale di 3.649 bambini tra marzo 2020 e fine agosto. Lo testimoniano i dati raccolti dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie 2021. Alcuni bambini si ammalarono gravemente, ma la maggior parte dei pazienti covid gravi erano adulti. Una tendenza che è stata confermata, non solo negli Stati Uniti, ma in molte parti del mondo.

Perché i bambini si ammalano meno di Covid

Si tratta di un fenomeno alquanto straordinario. Infatti, per la maggior parte degli altri virus, ad esempio l’influenza, i bambini piccoli e gli anziani sono generalmente i più vulnerabili. “È assolutamente notevole“, afferma Kawsar Talaat, un medico di malattie infettive presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, nel Maryland. “Uno dei pochi lati positivi di questa pandemia è che i bambini sono relativamente risparmiati“, ribadisce l’esperto su Nature.

D’altra parte, il fenomeno non deve sorprendere eccessivamente. Gli adulti hanno, rispetto ai bambini, il vantaggio dell’esperienza. Attraverso precedenti infezioni o vaccinazioni, il loro sistema immunitario è stato addestrato ad affrontare agenti patogeni dall’aspetto simile. Ma la novità del Covid-19 ha livellato il campo di azione e ha dimostrato che i bambini sono naturalmente più efficaci nel controllare le infezioni virali. “Pensiamo sempre ai bambini come fabbriche di germi“, afferma Dusan Bogunovic, immunologo e genetista presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai. “Ma non è perché il loro sistema immunitario è inefficace. Sono solo inesperti“, dice.

Ma allora per quale ragione i bambini se la sono cavata meglio nella lotta contro il Covid-19? La risposta potrebbe risiedere proprio nella risposta immunitaria innata. Una reazione del corpo, che gli esperti hanno definito “rozza, ma rapida“, contro gli agenti patogeni. Sembra che i bambini abbiano in sé una “risposta accesa e pronta a partire“, spiega Betsy Herold, pediatra esperta di malattie infettive, presso l’Albert Einstein College of Medicine. Ma sottolinea che sono necessari ulteriori studi per supportare pienamente questa ipotesi.

Le incognite della variante Delta: aumentano i casi tra i bambini

L’emergere della variante Delta pone tuttavia nuove incognite. Sembra infatti che i bambini stiano iniziano a rappresentare una percentuale maggiore di infezioni e ricoveri. Queste tendenze potrebbero essere dovute all’elevata velocità di trasmissione di Delta e al fatto che molti adulti sono ora protetti dai vaccini. Attualmente, non ci sono prove del fatto che i bambini siano più vulnerabili o più colpiti da Delta rispetto alle varianti precedenti. Ma il Covid-19 muta costantemente e migliora ogni volte nell’eludere le difese dell’ospite. Per questo motivo, occorre comprendere a a fondo i motivi della maggiore resistenza dei bambini al Sars-Cov-2.

Linda Pedraglio

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese vicino al lago di Como, ma, fra studio e lavoro, ho avuto modo di vivere città diverse: l’Erasmus a Helsinki, gli anni dell’università a Milano, il corso di giornalismo a Firenze. Sogno una piccola casa sul lago, piena di libri, che sono il mio affaccio sul mondo, e un foglio bianco per raccontare quello che osservo. Il mio romanzo del cuore è Anna Karenina. Mi occupo principalmente di libri, arte e cultura.

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