Nonostante l’argomento ‘Covid’ non sia più nelle aperture dei vari giornali o quotidiani, nel mondo il virus continua a correre e a mietere vittime. Malgrado si sia registrato un calo dei morti e un calo dei contagi in generale, tra Mediterraneo orientale e Sudest asiatico si sta verificando una situazione totalmente opposta, con una netta ripresa dei contagi. Nello specifico, infatti, l’India fa registrare un boom di nuovi casi, attribuiti alla variante ‘Arturo’, o anche XBB.1.16. Anche questa è una ricombinante di Omicron che, come le altre, sembrerebbe estremamente contagiosa. Infatti, come si legge nell’ultimo bollettino diffuso dall’Organizzazione mondiale della sanità, questa ha fatto registrare negli ultimi 28 giorni un +251% di casi.
A livello europeo, invece, si conferma la frenata dei contagi. Situazione che si rispecchia anche a livello globale: come dimostrano i dati, prendendo in riferimento il periodo che va dal 20 febbraio al 19 marzo, rispetto ai 28 giorni precedenti si sono registrati oltre 26mila decessi e 3,7 milioni di casi, che corrispondono a un calo pari a -46% e -31%. Con oltre 6,8 milioni di morti da inizio pandemia, al 19 marzo sono oltre 760 milioni i contagi confermati. L’Oms, tuttavia, ha ribadito che “le tendenze attuali sono sottostime del numero reale di infezioni e reinfezioni, come mostrano le indagini sulla prevalenza. Questo è in parte dovuto alla riduzione dei test e ai ritardi nella segnalazione in molti Paesi. I dati presentati possono essere incompleti e pertanto dovrebbero essere interpretati con cautela”. I controlli, ormai, vengono fatti ogni 28 giorni, segnala l’agenzia, perché “questo aiuta a tenere conto dei ritardi di segnalazione, ad appianare le fluttuazioni settimanali nel numero di contagi e a fornire un quadro più chiaro rispetto a dove la pandemia sta accelerando o decelerando”.
La variante Arturo, ribattezzata così sui social dagli esperti, fa parte della famiglia XBB di Omicron. Responsabile del picco di contagi registrato in India, questa sarebbe stata isolata anche in Cina, così come segnalato mercoledì 22 marzo dal pediatra Vipin M. Vashishtha, ex coordinatore dell’Accademia indiana di pediatria e componente dell’iniziativa Vaccine Safety Net dell’Oms. L’esperto, in un tweet, ha sottolineato che questa è stata intercettata tuttavia in altri 17 Paesi, tra cui Canada e Singapore, per un totale di 474 casi. Nel frattempo la variante Kraken continua a essere tenuta d’occhio dall’Oms: a livello globale, questa è stata segnalata in 85 Paesi. La sua prevalenza è salita al 37,7%, rispetto al periodo 30 gennaio-5 febbraio, dove aveva fatto registrare un 29%.
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