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“Abbiamo identificato una nuova mutazione del virus Sars-Cov-2, che potrebbe avere conseguenze sulla diffusione del virus nell’organismo umano e sulla sua evoluzione clinica“. A spiegarlo il Prof. Pasquale Ferrante, ricercatore di virologia dell’Università Statale di Milano. “Questa mutazione interferisce sicuramente con la regolazione dell’immunità da parte del soggetto. Con questo strumento possiamo verificare quale può essere il ruolo di questa mutazione nell’interferire nella risposta dell’immunità innata e, in particolare, dell’interferone di tipo 1. Si tratta di un rapporto bivalente, che in alcuni casi può essere di stimolo e in altri di rallentamento“.
“A differenza delle mutazioni identificate finora e presenti nelle varianti del virus note non si trova sulla proteina Spike, che il virus utilizza per entrare nelle cellule, ma sulla proteina ORF-6“, aggiunge Serena Delbue ricercatrice del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche. “Si tratta di una proteina molto piccola, che ha una funzione regolatoria nel virus, cioè non crea la sua struttura, ma agisce sulla sua patogenesi. Sembra interagire con il sistema immunitario, in particolare con la produzione degli interferoni. Non è chiaro, al momento, se ciò avvenga in modo positivo o negativo. Dalle prime ricerche, la proteina sembrerebbe bloccare gli interferoni, ma saranno necessari ulteriori studi per averne la certezza“, conclude.
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