Covid, Fondazione Gimbe: “Ricoveri quasi dimezzati in un mese”

In Italia, negli ultimi 35 giorni i ricoveri con sintomi nei reparti Covid si sono ridotti del 49,1%, mentre quelli nelle terapie intensive sono diminuiti del 45,1%. Lo indica l’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe. Dal report emerge anche che nella settimana dal 5 all’11 maggio i ricoverati con sintomi sono diminuiti di 3.239, pari al 17,8%, e i ricoveri nelle terapie intensive sono diminuiti di 371, pari a 5,1%. Nella stessa settimana i nuovi ricoveri si sono ridotti del 19%, a 63.409 contro i 78.309 di quella precedente, e i decessi sono diminuiti del 15,4%, a 1.544 da 1.826.

Come si può potenziare la campagna vaccinale?

Secondo la Fondazione Gimbe, per potenziare la campagna vaccinale è necessario integrare le prenotazioni volontarie con un sistema a chiamata attiva. A quest’ultimo andrebbero affiancate una campagna di comunicazione istituzionale e delle strategie di persuasione individuale. Si tratta di una necessità legata al fatto che nella fascia di età compresa tra i 70 e i 79 anni una persona su quattro non ha ancora ricevuto il vaccino. Nella fascia 60-69 anni, invece, una persona su due è ancora scoperta. La Fondazione Gimbe osserva che “il 68% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%”. Emergono “notevoli differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69, a fronte di un rilevate impatto sulle ospedalizzazioni, è ancora molto indietro”.

I numeri per fasce d’età

Tra i 4,4 milioni di over 80, il 77% (pari a 3.403.495) ha completato il ciclo vaccinale e il 13% (576.609) ha ricevuto solo la prima dose. Fra gli oltre 5,9 milioni della fascia 70-79 anni, il 18,1% ha completato il ciclo (1.081.772) e il 55,9% (3.338.076) ha ricevuto solo la prima dose. Degli oltre 7,3 milioni di persone che hanno tra i 60 e i 69 anni, il 12,3% (903.125) ha completato il ciclo vaccinale e il 38,2% (2.811.161) ha ricevuto solo la prima dose. Infine, ai soggetti fragili e ai loro caregiver sono state somministrate 4.751.094 dosi.

Gili (Fondazione Gimbe): “Le mancate somministrazioni di AstraZeneca influenzano la campagna vaccinale”

Secondo Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitati della Fondazione Gimbe, “il mancato sprint della campagna vaccinale è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca”. Le scorte inutilizzate del vaccino vanno dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia. “Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età”.

Cartabellotta (Fondazione Gimbe): “La campagna vaccinale è sempre più Pfizer-dipendente”

I dati a disposizione indicano che, a un mese e mezzo dalla fine del semestre, devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal piano vaccinale. Secondo Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, la campagna vaccinale sta diventando sempre più “Pfizer-dipendente”. “Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – osserva – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo ‘briciole’ e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente“.

Cartabellotta osserva poi che a fronte della alte percentuali di over 60 non ancora coperte dalla prima dose del vaccino, “da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno ‘costretto’ ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA”.

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