Chi riceve la dose booster del vaccino anti-Covid ottiene una protezione del 95% nei confronti delle forme gravi della malattia e del 67% dal contagio rispetto ai non vaccinati. Questi dati sono contenuti nel nuovo “Report esteso su sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale”, stilato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). Dal rapporto emerge anche l’efficacia del vaccino, intesa come “riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati” nella prevenzione della malattia severa, è del 90% in chi ha ricevuto due dosi di vaccino da meno di 90 giorni, del 91% in chi le ha fatte tra 91 e 120 giorni fa e dell’85% in chi le ha avute da oltre 120 giorni.
Covid, tasso di moralità 25 volte maggiore per i non vaccinati (rispetto a chi ha la dose booster)
Per i non vaccinati il tasso di mortalità è 25 volte più alto rispetto a chi ha ricevuto la dose booster del vaccino anti Covid-19. Il tasso di ricovero nei reparti ordinari, invece, è 10 volte più volte, mentre quello dei ricoveri nelle terapie intensive è 27 volte maggiore. Nel report si legge che “il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione dai 12 anni in su, nel periodo 10/12/2021 – 09/01/2022, risulta cieca 8 volte più alto per i non vaccinati (78,6 decessi per 100mila abitanti) rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (9,5 decessi per 100mila abitanti) e circa 25 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (3,2 decessi per 100mila abitanti)“.
L’Iss spiega che “dall’inizio della pandemia alle ore 12 del 2 febbraio 2022 sono stati diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata Covid-19 10.904.191 casi, di cui 145.007 deceduti”.
Dall’ultimo monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute è emerso che nell’ultima settimana l’indice Rt è sceso da 0,97 a 0,93. L’incidenza nazionale, invece, è passata da 1823 ogni 100mila abitanti a 1362.