Covid-19, uno spray nasale potrebbe ridurre la diffusione del virus

Stroncare sul nascere il contagio da Covid-19 con uno spray nasale: è questo l’obiettivo che un gruppo di ricercatori della Porton Down della Public Health England sta cercando di raggiungere. I primi risultati, descritti sul portale bioRxiv, indicano che gli esperimenti iniziali sui furetti sono andati a buon fine. I ricercatori hanno constatato che, se utilizzato settimanalmente, lo spray nasale potrebbe ridurre di molto la replicazione del coronavirus Sars-CoV-2, rendendo meno probabile la trasmissione dell’infezione. La molecola artificiale alla base della cura interagisce con le cellule nella cavità nasale in modo da attivare il sistema immunitario dell’organismo. L’ha realizzata la società australiana Ena Respiratory. Nel corso dello studio i ricercatori l’hanno somministrata due volte a un gruppo di furetti.

L’efficacia dello spray nasale

I risultati ottenuti, ancora in attesa di peer review, indicano che lo spray nasale, applicato il giorno prima dell’esposizione a Sars-CoV-2, ha permesso di inibire la replicazione del virus nel naso e nella gola dei furetti del 96%. In questo modo il rischio di infezione e le probabilità di trasmissione risulta ridotte. “Il nostro composto artificiale, INNA-051, inizierà la sperimentazione umana entro i prossimi quattro mesi. È stato sviluppato inizialmente come presidio per contrastare raffreddore e influenza comune, ma la sua efficacia non era stata ancora dimostrata”, spiega Christophe Demaison, amministratore delegato di Ena Respiratory. Secondo l’esperto, il trattamento potrebbe potenziare offrire ulteriori difese per i soggetti più vulnerabili al Covid-19, come anziani e pazienti con condizioni pregresse.

L’azione della molecola INNA-051

Le molecole presenti all’interno dello spray nasale sono state progettare per attivare i recettori TLR2 e TLR6 sulle cellule epiteliali della mucosa che rivestono la gola e il naso, in modo da aumentare la presenza di globuli bianchi e potenziare la risposta immunitaria dell’organismo. INNA-051 stimola il rilascio delle citochine, delle proteine di segnalazione che impediscono al coronavirus di replicarsi all’interno delle cellule.

Lo studio sui furetti

Durante l’esperimento sui furetti, i ricercatori hanno somministrato la molecola a tre gruppi, ognuno dei quali composto da sei furetti, in varie dosi. Un quarto gruppo, invece, ha ricevuto un placebo. Il giorno dopo aver ricevuto la seconda dose, o il secondo placebo, i furetti sono stati esposti al Sars-CoV-2. Nei dodici giorni successivi i ricercatori hanno monitorato le loro condizioni di salute tramite campioni nasali e faringei. Grazie a questi controlli gli esperti hanno riscontrato una riduzione della quantità di Rna virale recuperata dai tamponi del 96% a soli cinque giorni di distanza dall’esposizione a Sars-CoV-2 nei furetti trattati con l’INNA-051 rispetto a quelli a cui era stato somministrato il placebo.

Lo stupore dei ricercatori

Siamo rimasti sorpresi dall’efficacia del trattamento”, dichiara Miles Carroll, vicedirettore e capo della ricerca presso Porton Down della Public Health England. “Aumentando la risposta immunitaria naturale dei furetti, abbiamo assistito a una rapida eradicazione del virus. Se la sperimentazione umana porterà agli stessi risultati, i benefici del trattamento saranno duplici: consentiranno la rapida eliminazione del virus ed eviteranno l’insorgere di sintomatologie acute”, aggiunge l’esperto. “Si tratta di uno sviluppo significativo “, afferma Roberto Solari, consulente specialista respiratorio di Ena Respiratory e docente presso l’Imperial College di Londra. “Sarebbe un grande passo in avanti nella battaglia alla diffusione di Covid-19”.

Il futuro dello spray nasale

La società ha già stanziato 7,6 milioni di euro per portare avanti le ricerche sullo spray nasale. Il prossimo passo sarà condurre dei test tossicologici e sugli esseri umani, per valutare la sicurezza e l’efficacia della molecola. Secondo Solari, uno spray nasale basato sull’INNA-051 potrebbe essere utilizzato un paio di volte a settimana a livello preventivo, a cominciare dai gruppi più a rischio o nelle zone endemiche. “La speranza è che lo spray nasale riduca la durata e la gravità dei sintomi, oltre alla trasmissione del virus”, ha dichiarato al Guardian.

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