Nuova circolare del ministero della Salute, che affronta il delicato tema della diffusione delle varianti di Coronavirus. La priorità individuata dal dicastero è quella sulla ricerca e gestione dei contatti sospetti e confermati che siano affetti da una variante della SarsCov2. In più occorre identificare tempestivamente sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio.
Il ministero evidenzia come secondo l’Oms l’emergenza di nuove varianti di SarsCov2 “sottolinea l’importanza, per chiunque, compresi coloro che hanno avuto l’infezione o che sono stati vaccinati, di aderire rigorosamente alle misure di controllo sanitarie e socio-comportamentali“. Tanto più che il Centro europeo controllo malattie (Ecdc) ritiene “molto alta” la probabilità di introduzione e diffusione in comunità nei Paesi Ue delle varianti e in particolare di quella ‘inglese’. L’impatto dell’introduzione nella comunità europea delle varianti del Coronavirus è ritenuto “alto”.
Il Centro europeo per il controllo delle malattie spiega come agire ai fini del monitoraggio delle varianti del Coronavirus. La raccomandazione è quella di sequenziare “almeno circa 500 campioni selezionati casualmente ogni settimana a livello nazionale“. Un procedimento da attuare seguendo delle priorità, a partire dagli “individui vaccinati contro SarsCov2 che successivamente si infettano nonostante una risposta immunitaria al vaccino“.
L’isolamento virale delle varianti di Coronavirus “deve essere effettuato nei laboratori P3 (livello di biosicurezza 3) per prevenire la diffusione accidentale di una variante attraverso l’esposizione in laboratorio“. Tali laboratori devono aumentare la capacità di sequenziamento “sfruttando tutta la capacità di sequenziamento possibile da laboratori clinici, diagnostici, accademici e commerciali“.
Riguardo ai soggetti che potrebbero avere subito un contagio di una variante del Coronavirus, le indicazioni sono chiare. È infatti opportuno eseguire un test molecolare ai contatti (ad alto e basso rischio) il prima possibile dopo l’identificazione e al 14° giorno di quarantena. Si tratta di una misura necessaria per un ulteriore rintraccio di contatti, “considerando la maggiore trasmissibilità delle varianti“. Opportuno, infine, “non interrompere la quarantena al decimo giorno“.
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