Importantissima novità nella battaglia contro il Coronavirus che si sta combattendo in ogni angolo del mondo. E in cui l’Italia sta recitando un ruolo da protagonista insieme ai ricercatori statunitensi. Lo si apprende da un articolo pubblicato su ‘Science’, in cui si annuncia la scoperta di due anticorpi “particolarmente muscolosi“ nel contrasto al virus Sars-Cov-2. Uno studio a cui ha preso parte attivamente anche Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano.
Come funzionano i due anticorpi
Il gruppo di ricerca si è occupato di individuare gli anticorpi che meglio hanno risposto alle cure analizzando il sangue dei guariti da Coronavirus. Successivamente il lavoro prevede una fase di laboratorio, in cui tali anticorpi monoclonali vengono ricreati allo scopo di riutilizzarli in fase di terapia.
Secondo quanto si apprende da ‘Science’, i due anticorpi scoperti dal team di cui fa parte anche il professor Galli hanno dato risposte particolarmente positive in fase di test. Provati sui criceti, gli anticorpi in questione hanno bloccato la spike, la temutissima punta della corona. Proprio questa è ciò che permette al Coronavirus di legarsi alle cellule umane.
Coronavirus: le speranze della sperimentazione umana
Importante anche che gli anticorpi siano due e non uno, che da solo potrebbe non bastare a neutralizzare il Coronavirus. Il numero di due potrebbe aiutare a selezionare ceppi più resistenti. Ora il tutto potrebbe passare alla sperimentazione umana, con tre aziende che se ne stanno già occupando a livello globale.
Anche in questo ambito, l’Italia si è già mossa. Lo spiega il direttore scientifico di ‘Gsk Vaccines’, il microbiologo Rino Rappuoli. “Abbiamo ottenuto anticorpi potentissimi, che sono nella fase di sviluppo industriale e con cui speriamo di poter contribuire presto a contenere questa pandemia“, ha spiegato il professore. Rappuoli è al lavoro nel contrasto al Coronavirus con l’università di Roma Tor Vergata e la fondazione ‘Toscana Life Sciences’.