In Italia l’indice di trasmissione Rt nazionale (quello che indica il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo) sale a quota 1,01; superando, seppure di poco, il livello di guardia. In particolare sono 12 le Regioni con l’indice Rt sopra 1, secondo il monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, che riporta una analisi dei dati relativi al periodo 27 luglio-2 agosto 2020, successivo alla terza fase di riapertura avvenuta il 3 giugno 2020. Rt più alto risulta in Sicilia (1.62), seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano (1.43), dalla Provincia autonoma di Trento e Regione Veneto, entrambe con 1.28. Campania (1.25), Toscana (1.2), Liguria (1.16), Marche (1.13), Puglia (1.1), Lazio (1.08), Lombardia (1.04), Emilia Romagna (1.01). Tre le Regioni con indice Rt 0: Basilicata, Calabria e Molise.
Il monito di Speranza dopo la risalita dell’indice Rt
In questo senso, il ministro della Salute, Roberto Speranza, lancia un appello durante un’intervista alla Stampa. “Voglio lanciare un appello ai giovani. In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Alle ragazze e ai ragazzi dico: state attenti, perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento”. È il monito del del responsabile del dicastero di Lungotevere Ripa. “La situazione è seria. È vero che l’Italia in questa fase sta meglio degli altri Paesi”, ha sottolineato, “ma è pura illusione pensare che, mentre nel resto d’Europa il contagio riparte e già si parla di seconda ondata, noi possiamo restare tranquilli e beati dentro i nostri confini”.
Ai giovani il ministro ha ricordato che “oggi l’età media del contagio è scesa a 40 anni mentre solo due mesi fa era 60-65 anni. È chiaro quindi che i giovani sono un veicolo di contagio potenziale pericolosissimo, e non tanto per se stessi. Il vero rischio è che, tornati a casa dalla movida, possano contagiare i loro genitori o i loro nonni”. Il virus continua a circolare e in Italia “la curva si sta alzando: la settimana scorsa eravamo arrivati in due giorni a quota 380, oggi abbiamo superato la soglia dei 400 casi. Noi abbiamo fatto e stiamo facendo ora tutto quello che è giusto fare, ma non ne siamo affatto fuori: la partita è in pieno corso”.
La linea deve restare quella del rigore, perché, ha ribadito il ministro, “il rischio zero non esiste”: “Ci sono diversi focolai sul territorio del Paese”, ha affermato, “in Lombardia, dove siamo arrivati a 130-140 casi, quello che ci preoccupa di più è quello di Mantova, ma come Mantova ce ne sono altri. A conferma del fatto che il virus circola”. Ecco perché nel nuovo dpcm verranno riconfermati “tutti i provvedimenti, con regole ferree sui trasporti, e soprattutto ribadiremo i tre cardini fondamentali per la prevenzione: mascherine, distanziamento sociale e lavaggio delle mani”.