Secondo i dati raccolti dalla Fondazione Gimbe, in Italia – dal 26 agosto al 1 settembre – sono aumentati i casi di contagio da coronavirus, i ricoveri sono cresciuti e anche i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono pressoché raddoppiati. Infatti, sono 26 mila al momento i nuovi positivi al Covid-19: quasi la metà si trovano tra la Lombardia (il 26,5%), il Lazio (il 12,3%) e l’Emilia-Romagna (il 11,4%).
La Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta (Gimbe) ha descritto una Italia nella quale il Covid sta avanzando nuovamente. Nella settimana dal 26 agosto al 1° settembre, infatti, il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva causa coronavirus è aumentato del 62%, mentre i ricoveri hanno subito un’impennata del 30%. I nuovi positivi al coronavirus sono oltre 26 mila e anche il numero dei morti ha subito una piccola modifica (da 40 a 46 pazienti).
L’aumento dei contagi settimanali, che da 1.408 sono saliti a 9.015, ha riguardato in particolare la Lombardia, il Lazio e l’Emilia Romagna. Per Cartabellotta, comunque, questi sono “segnali che vanno nella direzione di una ripresa dell’epidemia nel nostro Paese”. Il tutto, ha sottolineato il presidente di Gimbe, “proprio alla vigilia del momento cruciale della riapertura delle scuole“.
L’incremento del rapporto positivi/casi testati – cosiddetto indice R0 – è schizzato dallo 0,8% al 2,3% e ciò deve mettere in guardia gli italiani. In particolare, alcune Regioni hanno registrato un numero di casi positivi molto elevato, mentre solo tre Regioni hanno registrato un calo di 111 unità.
Dei 26.754 casi positivi attuali, infatti, il 50,2% si concentra nella sola Lombardia (7.082), nel Lazio (3.285) e in Emilia-Romagna (3.061). Vi sono poi il 41,9% dei positivi tra il Veneto (2.460), la Campania (2.292), la Toscana (1.581), il Piemonte (1.464), la Sicilia (1.152), la Puglia (860), la Sardegna (837), e la Liguria (560). I restanti 2.120 nuovi casi (7,9%), infine, si segnalano nelle restanti 8 Regioni italiane.
Per evitare di tornare a una situazione drammatica ed emergenziale come quella di marzo e aprile, Cartabellotta richiama gli italiani. “Non possono essere più tollerati comportamenti individuali irresponsabili, esempi scellerati di cattivi maestri, né tanto meno correnti antiscientiste e manifestazioni di piazza che (…) mettono a repentaglio la salute della popolazione“.
Per le istituzioni l’invito è quello di vigilare e sanzionare ogni forma di “attentato” alla salute pubblica” e il monito alla popolazione è quello di “rispettare tutti i comportamenti raccomandati“. Infine, alle autorità sanitarie spetta “il compito di potenziare l’attività di testing, sorveglianza e comunicazione pubblica, oltre che – conclude Cartabellotta – accelerare la messa a punto di un piano adeguato per gestire la difficile convivenza tra coronavirus e influenza stagionale“.
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