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Giuseppe Remuzzi, direttore della Fondazione Mario Negri di Milano, parla dei numeri ancora alti dei nuovi contagi da Coronavirus in Lombardia. “Basterebbe dividere i risultati dei tamponi tra positivi, debolmente positivi e negativi per ridurre drasticamente il numero dei nuovi contagi in Lombardia anche del 50%”, sono le parole del direttore volte a rassicurare la popolazione lombarda.
“Il risultato del tampone non è affatto affidabile, ci sono troppe variabili in gioco, come ad esempio chi esegue il tampone, che può incidere anche al 50% sull’esito. Per questo – aggiunge Remuzzi -, bisognerebbe avere cautela a dire che esistono solo i tamponi positivi, perché questo crea troppo allarmismo e genera un senso di inquietudine nella popolazione”.
Remuzzi: “Veneto non è stato più bravo della Lombardia sul Coronavirus”
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“È passato il messaggio che il Veneto è stato più bravo della Lombardia nel contenimento del Coronavirus. Ci sono però degli indicatori che dicono il contrario, ovvero che nella prima fase della pandemia in Lombardia si è fatto meglio che altrove”. Così prosegue Giuseppe Remuzzi, il quale esprime quindi la propria opinione anche sul lavoro svolto da Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell’università di Padova, in Veneto. Secondo quest’ultimo la Regione governata da Zaia sarebbe riuscita a gestire meglio con il tempo, l’emergenza.
“Hanno fatto un lavoro ottimo”, sostiene il direttore della Fondazione Mario Negri di Milano. “Non sempre tutto è replicabile, però, e vale allo stesso modo in altre zone. Ognuno pensa di essere stato il migliore – aggiunge Remuzzi -. La verità è che la situazione è molto complessa e ci vorrà tempo prima che tutte le tessere del puzzle vadano al loro posto. Solo allora potremo fare una valutazione precisa“.
Remuzzi: “I nuovi positivi non sono contagiosi”
In mattinata, nel corso di una intervista a “Il Corriere della Sera“, Remuzzi aveva parlato anche della contagiosità dei nuovi positivi. “L’Istituto superiore della Sanità e il governo devono rendersi conto di quanto e come è cambiata la situazione sul fronte coronavirus da quel 20 febbraio. E devono comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata“, le sue parole. Secondo il direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, ormai “si registrano casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa“.