Isolamento sociale, utilizzo di mascherine, massima cura dell’igiene della casa e della persona, niente strette di mano: siamo ormai abituati a queste e altre regole utili a limitare la diffusione del Coronavirus, ma le stesse, identiche indicazioni si possono trovare nelle testimonianze di un secolo fa, quando un altro tremendo ‘nemico invisibile’ scosse l’intero pianeta: la pandemia di influenza spagnola.
Anche oggi è difficile identificare il motivo principale della diffusione di una pandemia che, dal 1918 per i successivi due anni, causò oltre 40 milioni di morti in tutto il mondo. Le condizioni igienico-sanitarie del periodo post-bellico, la mancanza di solidità nella ricerca epidemiologica, il ricorso a cure inadeguate furono però determinanti e anche l’Italia pagò un carissimo prezzo. Si stima, infatti, che siano morti a causa dell’influenza spagnola (chiamata così perché i giornali spagnoli furono i primi a parlarne, ma studi indicano il Nord America come possibile luogo di origine) oltre 600mila italiani a causa del virus.
Ai cittadini, per quanto potesse essere concesso dai mezzi di informazione e comunicazione dell’epoca, furono date indicazioni simili a quelle di queste settimane: per contrastare la ‘grippe’ (parola francese che si usava come sinonimo di influenza) bisognava evitare assembramenti (niente uscite, mezzi pubblici limitati), praticare l’isolamento sociale restando il più possibile a casa, curare l’igiene, evitare strette di mano, cambiare con frequenza i fazzoletti (quelli monouso furono commercializzati qualche anno dopo negli Stati Uniti), coprire naso e bocca. Sono diverse le immagini d’epoca che ritraggono persone che indossano una mascherina o un indumento con funzione simile.
Tra le raccomandazioni fatte ai cittadini vi era anche quella di guardarsi “dagli innumerevoli sedicenti mezzi preservativi della grippe”. Non è un mistero, infatti, che a ogni livello fossero proposte cure ‘miracolose’ che in realtà non avevano alcuna efficacia contro l’influenza. Tutto ciò sfruttando, purtroppo, l’assenza di strumenti per verificare l’attendibilità delle informazioni da parte della popolazione inesperta. In queste settimane tutto il mondo vive una situazione simile a quella di allora, ma non manca chi continua a non rispettare indicazioni che dovrebbero rappresentare il fondamento per la battaglia a una malattia contro la quale non esistono, finora, farmaci o vaccini.
Come successo allora, tra l’altro, la gravità della malattia era stata inizialmente sottovalutata, sia nei primi focolai sia nei Paesi che credevano di avere mezzi a sufficienza per contenere facilmente il virus. Il passato dovrebbe insegnare a evitare errori nel presente, ma secondo gli storici una contestualizzazione di quell’esperienza alla situazione odierna, con i mezzi a disposizione nella nostra epoca, sarebbe stata determinante per combattere in modo efficace la pandemia di Coronavirus prima dell’esplosione mondiale della pandemia stessa.
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