Coronavirus, per 10 esperti è finita l’emergenza: scontro tra scienziati

In un documento sul Coronavirus firmato da dieci scienziati si parla di un inequivocabile crollo dei nuovi casi positivi in Italia e che la crisi dovrebbe essere superata. Il manifesto vede, tra gli altri, le firme di Alberto Zangrillo, primario dell’Unità operativa e rianimazione del San Raffaele di Milano, Luciano Gattinoni, Direttore del Dipartimento di Terapia intensiva del Policlino di Milano, e Matteo Bassetti, Direttore della clinica Malattie infette del Policlinico San Martino di Genova. Il documento, che è stato ripreso dal quotidiano Il Giornale, afferma che: “Evidenze cliniche segnalano una riduzione della sintomatologia e della possibilità di aggravamento. Molti casi hanno una carica virale molto bassa e il contagio sarebbe sempre più difficile”. Inoltre, “il ricorso all’ospedalizzazione è un fenomeno ormai raro e interessa pazienti asintomatici o paucisintomatici”.

Il documento degli scienziati sul Coronavirus non è condiviso dal Cts

Un “partito” scientifico trasversale formato da virologi, anestesisti ed epidemiologi, idealmente schierato contro la comunità dei colleghi più prudenti, convinti che il Coronavirus abbia purtroppo ancora molte cose da dire, che non sia affatto cambiato né si sia indebolito e che l’apparente, ridotta bellicosità sia frutto delle misure di distanziamento adottate durante il lockdown. Silvio Brusaferro, Franco Locatelli, Giuseppe Ippolito e Giovanni Rezza, del comitato tecnico scientifico di supporto al Governo nelle decisioni concernenti le azioni da portare avanti, non perdono occasione per lanciare un messaggio chiaro. Il virus c’è ancora e non è meno aggressivo: sicuramente circola di meno, ma è pronto a tirar fuori le unghie. Basta vedere quanto sta accadendo in Germania, nell’impianto di macellazione, e in Portogallo dove è stato necessario ripristinare larghe zone chiuse nella provincia di Lisbona. O, andando più lontano, in Brasile e India dove l’epidemia è nella sua piena espansione. In Italia i focolai che di tanto in tanto compaiono sono un monito. Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, dice che “il Coronavirus non è vinto, ancora circola e ci sono persone che perdono la vita. Non siamo alla fine. Se pensiamo che questa vicenda è alle nostre spalle rischiamo di commettere errori”.

I due schieramenti degli scienziati hanno spesso sostenuto anche tesi differenti sul modo di prevenire il Coronavirus, sulle possibili terapie, sul livello di contagiosità e sul grado il grado di letalità. Si è dibattuto sull’utilità delle mascherine, su quando e come indossarle correttamente, sull’efficacia dei tamponi e dello screening di massa, mentre adesso il fulcro della discussione scientifica è legato alla carica virale e alla possibilità che i pazienti guariti non siano più contagiosi anche se il tampone rileva ancora tracce di virus. Contrapposizioni che, probabilmente, non porteranno molta chiarezza all’interno dell’opinione pubblica.

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