Coronavirus Sars-CoV-2, tutte le ipotesi sulla sua origine

A oltre un anno e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia di coronavirus Sars-CoV-2, nessuno è ancora riuscito a dimostrare in modo incontrovertibile l’origine del virus. Sono state avanzate alcune ipotesi, ma l’assenza di prove definitive rende impossibile arrivare una conclusione certa e incontrovertibile. Dopotutto, come sottolinea Angela Rasmussen, virologa presso il Center for Global Health Science and Security del Medical Center della Georgetown University, “servono anni per risalire alle origini di un virus”.
Tuttavia, i dati raccolti finora sono sufficienti a definire alcune teorie sulla genesi del coronavirus più probabili di altre.

La zoonosi, ossia il contagio da animale a uomo

Una delle ipotesi più verosimili sull’origine dell’epidemia di coronavirus è quella della zoonosi, ossia il passaggio dell’agente virale da un animale (probabilmente un pipistrello) all’uomo. L’Oms, che negli scorsi mesi ha svolto delle indagini in Cina sulla genesi della pandemia, spiega che esistono prove concrete del fatto che la maggior parte dei coronavirus che infettano l’uomo provenga dagli animali. Questo è vero anche per il virus che causò l’epidemia di Sars nel 2003.

C’è però un “buco” in questa teoria. È vero che i pipistrelli ospitano un virus geneticamente correlato a Sars-CoV-2, tuttavia quest’ultimo, anche in caso di trasmissione all’uomo, avrebbe avuto bisogno di interi decenni per mutare nell’agente virale che ha provocato la pandemia. Inoltre, per quanto il contagio sia possibile, l’Oms giudica strano il fatto che i primi casi non si siano verificati nella Provincia dello Yunnan, dove ci sono molte caverne in cui vivono i pipistrelli, bensì in un mercato di Wuhan.

Il coronavirus potrebbe essere arrivato all’uomo tramite un ospite intermedio

Un’altra teoria, strettamente collegata alla prima, suggerisce che il virus sia passato dai pipistrelli all’uomo tramite un ospite intermedio, come un visone o un pangolino. Si tratta di animali che, a differenza dei pipistrelli, sono spesso a contatto con gli esseri umani, soprattutto in alcune aree del pianeta. Questo “salto di specie” potrebbe spiegare in che modo il coronavirus sia “cambiato” per diventare nocivo per l’uomo. Dopotutto, l’analisi genomica indica che l’agente virale non si è adattato in maniera specifica al corpo umano. Ha quindi senso ipotizzare che possa passare più facilmente dai pipistrelli ad altre specie di animali.

In passato anche altri coronavirus hanno seguito questo percorso di trasmissione dall’animale “serbatoio” all’uomo. Si ritiene, infatti, che prima di causare l’epidemia umana del 2002 il virus della Sars sia passato dai pipistrelli alle civette delle palme. L’agente virale che causa la Mers, invece, è stato rinvenuto nei dromedari in tutto il Medio Oriente.

Il team dell’Oms ha analizzato i campioni di centinaia di animali allevati in Cina, che però sono risultati tutti negativi al virus Sars-CoV-2. Non è chiaro, dunque, quale sia stato l’ospite intermedio dell’agente virale. Angela Rasmussen ha sottolineato che quelli presi in esame finora sono solo “una minima parte degli animali che vengono allevati, catturati o trasportati in Cina”. Per l’esperta è ancora presto per parlare di un campionamento completo.

La “catena del freddo”

Una terza teoria evidenzia la possibilità che il virus potrebbe essere arrivato all’uomo tramite la “catena del freddo”, ossia la filiera di distribuzione degli alimenti congelati e refrigerati. Questa ipotesi apre alla possibilità che il virus si sia originato fuori dalla Cina e abbia raggiunto la nazione tramite il cibo o i contenitori degli alimenti. Si tratta di uno scenario che gli scienziati giudicano poco probabile. Il coronavirus Sars-CoV-2, infatti, si diffonde molto di rado tramite le superfici e non ci sono prove del fatto che sia responsabile dei focolai di origine alimentare. Inoltre, è impossibile che il virus sia rimasto in vita per tutto il tempo necessario per importare gli alimenti in Europa o in altri luoghi lontani dalla Cina.

La teoria del virus creato in laboratorio

Infine, è impossibile non parlare della teoria giudicata meno probabile dagli scienziati, ma sempre al centro del dibattito. Si tratta dell’ipotesi secondo la quale il Sars-CoV-2 sarebbe fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan in cui i ricercatori studiano i coronavirus dei pipistrelli. Le prove a sostegno di questa tesi sono molto deboli, ma mancano anche delle evidenze abbastanza forti da smentirla del tutto. Il report dell’Oms sottolinea che in nessun laboratorio di Wuhan ci sono tracce di esperimenti su Sars-CoV-2. Inoltre, nessun membro dello staff ha riferito dei sintomi simili a quelli del Covid che possano indicare una possibile infezione. Rasmussen ha sottolineato l’assenza di prove del fatto che Sars-CoV-2 sia frutto di una manipolazione genetica. Ha chiarito, inoltre, che è molto improbabile che sia stato creato “per errore”.

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