Per quando scatterà la fase delle vaccinazioni per il Covid, la virologa Ilaria Capua ha elaborato una proposta messa nero su bianco sul Corriere della Sera.
“In un’ottica di ottimizzazione delle risorse e con lo spirito di sostenere uno dei settori che più hanno sofferto e che più soffriranno nei mesi a venire si potrebbe trovare una convergenza insperata. Quella di far incontrare virtuosamente due settori sostanzialmente disgiunti paralleli ed indipendenti: quello della sanità pubblica e quello dell’intrattenimento. In onore e in memoria delle donne e degli uomini di spettacolo che sono volati via, perché non esplorare un piano di distribuzione e somministrazione del vaccino che sfrutti i cinema ed i teatri oggi vuoti che — a pensarci bene — risulterebbero particolarmente funzionali a questo tipo di attività. Sono in perdita, ed è difficile che riprendano a lavorare finché la situazione dei contagi non sarà sotto controllo”.
Secondo Ilaria Capua i teatri e i cinema avrebbero tutto ciò che occorre per le vaccinazioni
Chiamiamolo pure CineVax e nelle intenzioni di Ilaria Capua si sfrutterebbero le modalità strutturali dei cinema per quella che sarà l’operazione più importante dei mesi a venire: la vaccinazione per il Covid, quando i vaccini saranno pronti, a partire dal prossimo anno.
“Vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all’uscita”, prosegue la virologa. “C’è l’elettricità sufficiente per un congelatore a -70° ed altra strumentazione, ci sono i servizi, ci sono le vie di fuga. I vaccinandi potrebbero sedersi secondo uno schema che rispetti il distanziamento, e nel frattempo agli operatori sanitari risulterebbe più agevole fare il loro lavoro, appunto sfruttando una situazione ordinata di gestione delle operazioni”.
Inoltre, “questi ‘CineVax’ potrebbero anche poi essere usati per il recupero delle vaccinazioni pediatriche che sono saltate a causa dell’emergenza. Magari chissà, con un po’ di tecnologia si potrebbe riuscire anche a mostrare un cortometraggio o ascoltare della musica per rendere questo passaggio molto complicato ed inquietante un po’ più ‘indolore’”, conclude Ilaria Capua.