La pandemia di Coronavirus poteva essere evitata. Lo sostiene uno studio indipendente, commissionato dall’Oms. Si parla di un vero e proprio “cocktail tossico” di negazione, scelte sbagliate e mancanza di coordinamento che ha causato (per ora) la morte di 3 milioni di persone.
Nel documento, però, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità viene additata come responsabile dell’inerzia che ha portato alla diffusione del virus, insieme ai Paesi avanzati. “Questa situazione”, ha spiegato in conferenza stampa Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia dal 2006 al 2018, “è dovuta a una miriade di fallimenti, lacune e ritardi tanto nella fase di preparazione alla pandemia quanto in quella della risposta”. “Ci sono stati ritardi evidenti in Cina, ma ci sono stati ritardi ovunque”. È questa la conclusione dell’ex primo ministro neozelandese Helen Clark. Quest’ultimo co-presidente del gruppo di esperti indipendenti istituito per esaminare le misure adottate dall’agenzia e dagli Stati contro il Covid.
I responsabili, insomma, della pandemia di Coronavirus sono tanti. Ma c’è stato un momento esatto in cui si poteva fare qualcosa e invece non è stato fatto: “Tutto il mese di febbraio 2020 è stato sprecato”, accusano gli esperti. Che puntano in particolare il dito contro i Paesi avanzati. Ma anche la Cina ha grosse responsabilità per avere dichiarato troppo tardi lo stato d’urgenza mondiale.
Il gruppo di esperti raccomanda ai i governi e alla comunità internazionale di adottare senza indugio una serie di riforme volte a trasformare a livello globale il sistema di preparazione, allerta e risposta alle pandemie. Per questo, nel rapporto si suggeriscono diverse strade, tra cui la creazione di un Consiglio mondiale per combattere le minacce alla salute. Nonché l’istituzione di un nuovo sistema di sorveglianza globale basato sulla “trasparenza totale”.
Questo sistema darebbe all’Oms il potere di pubblicare immediatamente informazioni sulle epidemie che potrebbero trasformarsi in pandemia senza chiedere l’approvazione dei Paesi. Il rapporto fa anche una serie di raccomandazioni per porre fine alla diffusione del Covid. Tra questi, l’invito ai paesi ricchi a fornire più di due miliardi di dosi di vaccino entro la metà del 2022, di cui almeno un miliardo entro settembre.
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