Coronavirus, la Fda ha autorizzato l’uso del farmaco Remdesivir

Come annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel corso di una conferenza stampa, la Food and Drug Administration ha autorizzato d’urgenza l’uso del farmaco Remdesivir per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19. L’antivirale, comunemente usato per combattere il virus dell’ebola, è prodotto dalla società biofarmaceutica Usa Gilead Sciences. Stando ai risultati di alcuni studi, Remdesivir sarebbe in grado di accelerare la guarigione delle persone infette dal coronavirus Sars-CoV-2, soprattutto se somministrato nella fase iniziale del contagio.

Donate un milione mezzo di fiale di Remdesivir

Nel corso della conferenza stampa, Trump ha definito il Remdesivir “una cura importante per i pazienti ricoverati con il coronavirus”. In seguito alla decisione della Fda, Gilead Sciences ha annunciato di aver donato un milione e mezzo di fiale del farmaco, nella speranza di poter dare un serio contributo nella lotta alla pandemia. Mike Pence, il vicepresidente degli Stati Uniti, ha reso noto che i flaconcini inizieranno a essere distribuiti negli ospedali da lunedì.

L’Ema ha avviato la valutazione rapida del farmaco

Nel frattempo, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha avviato uno studio di revisione continua dei dati con procedura rapida relativo a Remdesivir. Questo iter permetterà di velocizzare l’eventuale approvazione del farmaco, su quale per ora non sono disponibili risultati certi sul rapporto rischi-benefici. L’Agenzia, infatti, valuterà i dati man mani che questi saranno disponibili, evitando di aspettare di averle tutte a disposizione prima di dare il via al processo di valutazione (come prevede la procedura standard per l’autorizzazione dei farmaci). La decisione dell’Ema è stata influenzata dai risultati preliminare della ricerca “ACTT”, dai quali emerge un effetto benefico del Remdesivir nel trattamento dei pazienti ricoverati con forme moderate o severe di Covid-19. Un’altra ricerca, una cui bozza è stata pubblicata per errore dall’Oms, getta però alcune ombre sul farmaco, che non sembrerebbe in grado di ridurre la presenza del coronavirus nell’organismo e di migliorare le condizioni dei pazienti a cui viene somministrato.

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