Si accendono le prime spie al Centro Sud sul contagio del Coronavirus, che continua a correre. Lo segnala la Fondazione Gimbe nel suo report settimanale. Dal 23 al 29 settembre ha rilevato, rispetto ai sette giorni precedenti, un ulteriore aumento (12.114 da 10.907) del numero dei nuovi positivi, arrivati a quota 50.630. Crescono anche i morti, i pazienti ricoverati negli ospedali con sintomi da Covid19 (+444) e nei reparti di terapia intensiva (+32). Inoltre si riscontrano i primi segni di sofferenza del sistema di tracciamento nei servizi territoriali di sovraccarico negli ospedali, in particolare nelle regioni del Centro Sud. Per cui “per evitare di mandare in tilt i servizi sanitari regionali servono misure urgenti”.
Sono 6 le regioni (e quasi tutte del Centro Sud) che registrano, riguardo al Coronavirus, tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 5,5. Lazio (12,2), Liguria (10,6), Campania (7,8), Sardegna (7,4), Sicilia (6,2) e Puglia (5,6). “Spie rosse” anche per i ricoverati negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva.
Il tasso di crescita del Coronavirus negli ultimi due mesi che ora riguarda il Centro Sud
Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono aumentati da poco più di 1.400 ad oltre 12.000, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 3,1%, mentre i casi attualmente positivi sono più che quadruplicati: da 12.482 a 50.630.
Sul versante delle ospedalizzazioni, si registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che in poco più di due mesi sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.048 e da 49 a 271. “Se guardando al dato nazionale”, sottolinea Nino Cartabellotta, “i numeri appaiono ancora bassi e non fanno registrare al momento particolari sovraccarichi dei servizi ospedalieri. Ma iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti”.
Il commento del presidente del Gimbe
“Ormai da oltre 9 settimane consecutive i numeri confermano la crescita costante della curva epidemica e delle ospedalizzazioni”. È l’analisi del presidente, che invita a “prendere atto che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi inizia a determinare dapprima segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi di sovraccarico ospedaliero, in particolare nelle Regioni del Centro-Sud”.
Una risalita, quella della curva epidemica, che, conclude Cartabellotta, si potrà rallentare solo potenziando il sistema di gestione territoriale. Con “un consistente rafforzamento del sistema di testing and tracing, misure adeguate di isolamento domiciliare per evitare contagi intra-familiari”. E poi “un’estensiva copertura della vaccinazione antinfluenzale (non solo delle categorie a rischio) e il monitoraggio attivo dei pazienti in isolamento domiciliare”.