Il Coronavirus potrebbe presentare conseguenze anche sul sistema endocrino di chi lo ha contratto. Lo rileva uno studio della rivista “Journal of the Endocrine society”, che ha analizzato il nuovo tipo di danni che un possibile contagio può arrecare all’organismo umano.
L’importanza del sistema endocrino
Il sistema endocrino, ricorda il polo ospedaliero Humanitas, è formato dall’insieme di tutte le ghiandole a secrezione interna presenti all’interno del nostro corpo. Si tratta di ipofisi, tiroide, paratiroidi, timo, pancreas e ghiandole surrenali. È proprio qui che si producono gli ormoni, la cui funzione è quella di provvedere al mantenimento dell’equilibrio delle funzioni dell’organismo e delle caratteristiche chimico-fisiche del suo ambiente interno. Qualcosa che quindi il Coronavirus potrebbe mettere in difficoltà.
Lo studio è frutto del lavoro dei ricercatori dell’Ospedale Nazionale dello Sri Lanka, che hanno messo in relazione alcuni problemi (come l’insorgenza o il peggioramento del diabete) da parte di chi ha contratto il Coronavirus. Si tratta di pazienti che già soffrivano di problemi endocrini, accentuati però dopo aver contratto il COVID-19.
Il collegamento tra Coronavirus e diabete
“Il virus Sars-Cov-2 si lega al recettore Ace2, presente in molti tessuti e che può aprire la strada al virus nelle cellule, tra cui quelle endocrine“, ha spiegato il coordinatore dello studio, Noel Pratheepan Somasundaram. Questo si legherebbe a una delle conseguenze più note del Coronavirus, quello della perdita di gusto o olfatto. Tali danni sarebbero quindi da collegare a un’insufficienza alle ghiandole surrenali. Danni sarebbero provocati anche all’ipofisi, con conseguente produzione di livelli troppo bassi di cortisolo.
L’insorgenza del diabete, invece, è da collegare alla mancata produzione di insulina dalle ghiandole del corpo umano. La diretta conseguenza di questo è l’alto livello di zuccheri nel sangue di molti pazienti, e quindi il diabete. Una conseguenza del Coronavirus, che però secondo gli esperti è monitorabile verificando i livelli di glucosio di chi è o è stato malato. Una volta terminata la guarigione, infatti, la situazione clinica dei pazienti è migliorabile tramite integratori.