In più di due anni di pandemia, una tra le categorie professionali che ha sicuramente è stata la più colpita dal forte stress psicologico è stata sicuramente quella degli infermieri. 24 mesi di Covid, del resto, non sono stati purtroppo una passeggiata per loro e per tutti i medici e soccorritori impegnati sul fronte del Coronavirus. E proprio nelle ultime settimane si sta parlando, a tal proposito, del burnout. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha recentemente inserita nella nuova Classificazione Internazionale delle Malattie ed è la conseguenza dello stress cronico sul lavoro che non è stato gestito efficacemente. Ma di che cosa parliamo esattamente.
In un sondaggio del 2021, su 1.500 lavoratori statunitensi, più della metà ha affermato di sentirsi esausta a causa delle richieste sul lavoro, fa sapere il New York Times. Alla sindrome di burnout sono dovuti esaurimento, nervosismo ed efficacia ridotta. “Inizi a non funzionare bene, manchi le scadenze, sei frustrato, diventi irascibile con i tuoi colleghi”, ha detto Jeanette M. Bennett, ricercatrice che studia gli effetti dello stress sulla salute all’Università del North Carolina. I nostri corpi “non sono stati progettati per i tipi di stress che affrontiamo oggi”, ha affermato Christina Maslach, psicologa sociale dell’Università della California, che da sempre studia la sindrome da burnout.
L’insonnia è uno dei sintomi del burnout. I ricercatori hanno scoperto, infatti, che si possono avere molte difficoltà nell’addormentarsi. Lo stress cronico interferisce con il complicato sistema neurologico e ormonale che regola il sonno. È un circolo vizioso, perché non dormire mette questo sistema ancora più fuori controllo. La stanchezza è un altro campanello d’allarme che può portare all’esaurimento. E bisogna prestare attenzione ai cambiamenti nelle abitudini alimentari: mangiare più o meno del solito possono essere sintomi di burnout. Secondo le ricerche, gli ormoni dello stress possono influenzare l’appetito. E poi anche mal di testa e mal di stomaco. Del resto, l’ansia è legata a mal di testa, nausea e mancanza di respiro.
I più colpiti da sindrome di burnout sono i lavoratori che hanno un contatto costante con le persone e le loro esigenze. Devono quindi essere sempre a disposizione per ogni evenienza. Quindi stiamo parlando delle professioni sanitarie (per l’appunto), ma anche gli avvocati, chi lavora alle poste, in segreteria, chi fa il centralinista o il manager.
Se si riscontrano sintomi che possono essere legati alla sindrome di burnout, la prima cosa da fare è consultare il medico di base o un professionista della salute mentale. Se verrà diagnosticato il burnout, la soluzione migliore è affrontare direttamente il problema, consigliano gli esperti. Dunque lo stress da lavoro, i problemi finanziari, i problemi relazionali e così via. Dormire di più può aiutare. Così come studiare un approccio diverso con i colleghi se le cause dell’esaurimento scaturiscono dal lavoro. Piccoli cambiamenti che possono certamente aiutare. Prendersi una pausa dal lavoro può essere una soluzione temporanea. Gli esperti consigliano poi di ritagliarsi un po’ di tempo ogni giorno per fare qualcosa che fa stare bene.
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