Nuove indicazioni dall’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, a proposito dei vaccini anti-Covid. In particolare per quanto riguarda il siero di AstraZeneca. Ebbene, nelle nuove raccomandazioni dell’agenzia Onu per la salute si sottolineano nuovi dati a proposito della risposta immunitaria che presentano i vari farmaci.
Cosa succede con vaccinazione eterologa
In particolare la risposta immunitaria garantita dalla doppia dose AstraZeneca sarebbe inferiore rispetto anche solo alla vaccinazione eterologa (ossia una prima somministrazione del vaccino anglo-svedese e una seconda a mRna). Un dato, peraltro, che non si verifica se le due somministrazioni sono invertite.
In altre parole, l’efficacia della vaccinazione eterologa darebbe una risposta peggiore se la prima dose è a mRna e la seconda avviene con AstraZeneca. Ad ogni modo l’Oms ha anche aggiunto e ricordato che il ricorso al mix di vaccini è consigliato solo in particolari situazioni di interruzione nelle forniture visto che gli studi sono su un campione limitato.
AstraZeneca: i dati sul mix e il nodo trombosi
A proposito del regime vaccinale misto tra AstraZeneca e Pfizer o Moderna, inoltre, l’Oms ha notato una maggiore, anche se accettabile, reattogenicità. “I dati sono incoraggianti, ma serve cautela nell’interpretarli in considerazione dei limitati campioni“, ha infatti sottolineato l’Organizzazione mondiale della Sanità. Con un’ulteriore, importante sottolineatura: “Non ci sono attualmente dati per preferire il regime eterologo rispetto agli altri vaccini“.
Sempre caldo, invece, il tema del sospetto delle relazioni tra il vaccino di AstraZeneca e i casi di trombosi che hanno colpito circa un paziente su 100 mila adulti vaccinati (in particolare nell’Unione Europea e in Gran Bretagna). “Una reazione di causale non è stata confermata né stabilita. Servono maggiori studi per confermarla. Sulla base dei dati disponibili, i potenziali benefici di questo vaccino continuano a superare ogni potenziale rischio di Guillan-Barré. Soprattutto considerata la maggiore trasmissibilità della variante Delta“, ha garantito l’Oms.