In occasione del V Forum AMR organizzato dall’Associazione delle imprese del farmaco ‘Antimicrobico-resistenza: rischi e strategie per contrastarla, dalla prevenzione vaccinale allo sviluppo e uso dei nuovi antibiotici’, che si è tenuto a Roma mercoledì 5 aprile, sono stati diffusi gli ultimi dati relativi ai decessi correlati all’antimicrobico-resistenza. Secondo quanto diffuso dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), in Italia ci sarebbero circa 11mila decessi all’anno, sui circa 36mila che si contano nell’Unione Europea. Quasi un terzo del totale, un primato non positivo per il nostro Paese.
Nel mondo, secondo l’ECDC, entro il 2050 potrebbero esserci 10 milioni di morti ogni anno a causa dell’antimicrobico-resistenza. “Prevenzione, nuove terapie e uso corretto dei farmaci. Sono le tre direttrici da seguire per affrontare insieme la pandemia silente dell’antimicrobico-resistenza, una minaccia per l’intera umanità che va affrontata insieme alle Istituzioni e al mondo sanitario”, ha affermato il Presidente di Farmindustria, Marcello Cattani. “Proprio per questo, Farmindustria ha promosso una task force multidisciplinare composta da 30 esperti – del mondo accademico, di società scientifiche e di federazioni mediche, di associazioni civiche e di pazienti, di farmacisti e dell’industria farmaceutica – che ha elaborato 14 raccomandazioni raccolte in un documento“, ha invece specificato Fabio Landazabal, Presidente del Gruppo Prevenzione di Farmindustria.
Landazabal, ha precisato che “nel documento si analizzano gli strumenti per combattere e vincere la lotta contro l’AMR: prevenzione vaccinale, appropriatezza d’uso, valore e accesso dei nuovi antibiotici”. Per Cattani il momento è ora: “Bisogna agire subito per arginare un fenomeno con costi sociali molto elevati che si riflettono anche sull’economia. Sul fronte della ricerca oggi nel mondo ci sono 80 farmaci in sviluppo clinico, 217 nelle fasi iniziali della ricerca e 221 candidati vaccini, di cui 112 in fase clinica e 109 in fase preclinica“.
“L’industria farmaceutica è impegnata in quest’area così complessa con investimenti globali di 3,7 miliardi di dollari nel biennio 2019-2020, e con progetti di monitoraggio della resistenza ai farmaci e raccolta dati a sostegno dell’uso appropriato. Realizza corsi di formazione e informazione per i cittadini. Senza dimenticare l’impegno sul fronte della sostenibilità ambientale adottando un quadro di gestione comune per ridurre l’impatto delle emissioni di antibiotici. E anche se la ricerca dell’industria ha di fronte grandi sfide – lunghi tempi di sviluppo, investimenti ingenti, elevati rischi di fallimento – si deve fare ancora di più. L’Europa ha oggi la possibilità di dare una spinta all’innovazione attraverso la revisione della legislazione farmaceutica, rafforzando un settore strategico, tecnologico, ed essenziale per la salute”, ha concluso Cattani.
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