Anticorpi monoclonali contro il Covid: arriva il sì dell’Aifa

È stata necessaria una riunione lunga un intero pomeriggio, ma il sì è arrivato. L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha infatti dato il via libera all’utilizzo degli anticorpi monoclonali in Italia. Si tratta di farmaci sperimentali che potrebbero rappresentare un nuovo rimedio alla diffusione del Coronavirus. E i due che hanno ottenuto l’approvazione sono quelli prodotti da Regeneron e da Eli Lilly.

Anticorpi monoclonali: cosa comporta il sì dell’Aifa

L’approvazione dei due anticorpi monoclonali, occorre sottolinearlo, è in ogni caso soggetta ad alcune condizioni. Lo prevede chiaramente la legge 648/1996, secondo cui l’approvazione di medicinali in corso di sperimentazione clinica o utilizzati in altri Paesi può avvenire solo quando non esista un’alternativa terapeutica valida. Tali farmaci sono attualmente destinati a pazienti in fase precoce con alto rischio di evoluzione.

Storicamente destinati a contrastare il cancro, ora verranno destinati alla lotta contro la pandemia. Con il nostro Paese in primissima linea, dato che la produzione degli anticorpi monoclonali di Eli Lilly avverrà in Italia, tra Latina e Sesto Fiorentino. La stessa multinazionale farmaceutica lo aveva annunciato in un comunicato nel corso del mese di gennaio.

La soddisfazione dei medici

Grande entusiasmo per la novità arriva anche da Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo). Soddisfazione anche per le sovvenzioni alla ricerca varate dal governo uscente: “Riguardano sia quella volta allo sviluppo di anticorpi monoclonali italiani, sia quella clinica indipendente condotta dalla stessa Aifa“.

Tra i luminari che si stanno concentrando sulla ricerca in questo campo c’è Giuseppe Novelli, genetista dell’Università Tor Vergata di Roma. “Con le dosi di vaccino che tardano ad arrivare, le categorie e gli ambienti più a rischio potrebbero trovare negli anticorpi monoclonali la protezione contro il Covid di cui hanno bisogno. Sono farmaci precisi, intelligenti e accurati che conosciamo da anni, e che oggi rappresentano l’unica arma farmacologica di cui disponiamo al momento contro il Coronavirus“, il suo commento, come riportato da ‘Repubblica’.

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