Il governo Meloni vuole introdurre una legge che punisca chi, tramite social, istiga alla violenza e applica condotte illegali. Per evitare che episodi come quello di Casal Palocco possano ripetersi, la premier ha dichiarato di voler aggiungere al codice penale un nuovo reato che potrebbe riguardare youtuber e altri creatori di contenuti.
L’incidente stradale avvenuto a Roma ha provocato la morte di un bambino di 5 anni e ad essere stati accusati sono un gruppo di giovani youtuber che si fanno chiamare TheBorderline. Grazie ai loro video e alle loro “sfide social”, i ragazzi contavano migliaia di followers nel proprio canale, che è stato poi chiuso. La legge che punisce chi esalta condotte illegali o istiga alla violenza online si chiama anti-baby gang.
L’esecutivo è al lavoro per creare una norma che possa fermare la tendenza di sfide pericolose e condotte illegali e di video e contenuti che mettono in primo piano azioni e pensieri fuorvianti che influenzano negativamente gli utenti dei social media. “Lo scopo è sanzionare tutte le condotte illegali diffuse sui canali social, al fine di contrastare un supposto fenomeno emergente di contenuti rischiosi“, ha dichiarato la Lega.
Con la modifica dell’articolo 414 del codice penale relativo al reato di istigazione a delinquere, dovrebbero essere previsti fino a cinque anni di reclusione per chi contravviene la disposizione. “Il governo polacco, nostro amico, ha fatto una legge per sanzionare i social network che oscurano i contenuti che non violino la legge, penso sia interessante ragionare di norme di questo tipo per difendere la libertà, fondamento della nostra civiltà, la libertà a tutti i livelli soprattutto quella di espressione“, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni nel corso di una tavola rotonda su Il futuro del patriottismo in Europa e negli Stati Uniti.
Andrea Ostellari spiega: “Il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei punti qualificanti del disegno di legge. Il testo è stato pensato per rispondere a un fenomeno emergente che riguarda minorenni che istigano alla violenza o a commettere reati attraverso i canali digitali. La ratio dell’intervento è evitare l’effetto moda generato da chi compie bravate sul web”
Carlo Calenda, leader di Azione, ha dichiarato: “La situazione è molto allarmante. Le famiglie sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c’è un far west. L’81% degli adolescenti è su Instagram, l’iscrizione ai social comincia dai 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell’alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Una normativa ci sarebbe già: in Italia si potrebbe eccedere ai social solo dai 14 anni in poi. Ma non c’è nessun tipo di controllo“.
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