“Sarò in Parlamento il 2 dicembre per presentare il piano strategico dei vaccini che stiamo costruendo”. Con queste parole il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato la prossima tappa istituzionale nella lotta al coronavirus. Intervenuto al videoincontro ‘La Sanità futura tra innovazione e ricerca’, organizzato da Rcs Academy, Speranza difende con decisione la bontà delle scelte del Governo e spiega: “Dobbiamo resistere ancora per alcuni mesi, ma il Covid verrà sconfitto grazie alla ricerca scientifica“.
“L’Italia ha iniziato a lavorare dal mese di maggio per promuovere un’iniziativa europea nel campo dei vaccini – sostiene Speranza -. È stato il primo motore dell’iniziativa della Commissione europea che ha iniziato a costruire contatti con le aziende farmaceutiche che stanno sviluppando vaccini”.
Secondo il ministro è fondamentale effettuare prossimo passo con la piena coscienza dell’impossibilità di permettersi una terza ondata di contagi da Covid-19. “La situazione è ancora molto seria – ammonisce -. La pressione sul Servizio sanitario nazionale è significativa, la circolazione del virus è ancora alta, Non possiamo abbassare la guardia”.
I segnali, secondo Speranza, sono comunque incoraggianti: “L’indice Rt è sceso la scorsa settimana. Un numero basso si traduce in una situazione più incoraggiante anche per gli accessi ai pronto soccorso e i posti letto occupati in area medica e terapia intensiva. La partita è molto dura, ma stiamo percorrendo la strada nella direzione giusta, senza commettere leggerezze e fughe in avanti”.
Tornando al vaccino, Speranza conferma di non avere dubbi dal punto di vista della sicurezza degli stessi: “Ho grandissima fiducia nelle agenzie regolatorie preposte a garantire la sicurezza dei vaccini, che in Europa e Italia sono l’Ema e l’Aifa. Quando avranno completato il percorso, il vaccino reso disponibile sarà un vaccino sicuro, e noi dovremo lavorare per costruire una campagna di vaccinazione molto ampia nel nostro Paese”.
Quel che è certo è, comunque, che all’inizio andranno fatte delle scelte sulla priorità dei soggetti da vaccinare, non essendoci dosi a sufficienza per tutta la popolazione: “Partiremo da categorie più a rischio di prendere virus, come personale sanitario, anziani e chi ha più patologie – dice il ministro -. L’acquisto dei vaccini sarà centralizzato e gestito dallo Stato. Come Italia avremo il 13,65% dei vaccini già opzionati in sede europea“.
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