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Durante la presentazione della presidenza slovena del Consiglio dell’Ue, Ursula Von der Leyen ha parlato del percorso che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi sei mesi. “Nelle ultime settimane abbiamo raccolto 35 miliardi di euro sui mercati dei capitali. Ciò oltre a consentire di erogare rapidamente il prefinanziamento, dimostra anche la profonda fiducia che gli investitori hanno nell’Europa. So di poter contare sulla Presidenza slovena per l’approvazione del maggior numero possibile di piani nazionali entro la fine di luglio. I prossimi sei mesi saranno cruciali per garantire che NextGenerationEU offra la trasformazione di cui l’Europa ha bisogno. La buona notizia è che gli europei stanno investendo come mai prima d’ora nell’istruzione e nelle competenze, nelle riforme del mercato del lavoro e in alloggi a prezzi accessibili ed efficienti dal punto di vista energetico. Questa volta usciremo insieme dalla crisi e non lasceremo indietro nessuno“.
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Anche il premier sloveno Janez Jansa è intervenuto nel corso della plenaria del Parlamento europeo. “30 anni fa gli sloveni hanno creato il loro Paese. Essere parte dell’UE per noi sloveni non ha mai rappresentato solo una opportunità economica, ma anche il ritorno in una famiglia che ci lega con valori fondamentali, come la democrazia. Tutto ciò ci era stato tolto nella Jugoslavia comunista. Oggi l’UE è molto diversa da quella in cui siamo entrati e diversa da quando abbiamo assunto la presidenza del Consiglio dell’UE per la prima volta, nel 2008. L’Europa è stata obbligata a rispondere alle crisi (dal 2008 in poi, ndr)“.
“Noi speriamo che nei prossimi sei mesi si giunga a una UE che inizi a funzionare in modo strategico e con una visione a lungo termine. Dobbiamo concentrarci sul raggiungimento degli obiettivi fissati dai padri fondatori: un’Europa in pace, libera e in pace con i vicini“, ha aggiunto Jansa.
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L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Sabina Pignedoli ha dichiarato che il discorso di Jansa “è stato accolto tra molti dubbi“. “Ci aspettavamo qualcosa di più. Noi continuiamo a dire “Stato di diritto”, ma in Slovenia ci sono dei problemi, sia per la libertà di stampa sia per la giustizia. La Slovenia non ha ancora nominato i procurato per la Procura europea (Eppo). Certo, non bisogna fare muro contro muro, ma non è un bel segnale anche il suo rifarsi spesso alle posizioni (del premier ungherese Viktor) Orban. L’apertura ai Balcani è l’unica nota positiva. È un’area che interessa molto anche noi, come Italia“, ha concluso.
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Pignedoli ha poi parlato delle violenze avvenute all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. “I problemi vanno affrontati. L’Italia non deve essere difesa a prescindere: se le cose non vanno bisogna farle emergere e affrontarle. Quello che è successo nel carcere (di Santa Maria Capua Vetere) è a dir poco vergognoso. C’è una indagine della magistratura che farà il suo corso. Ma non è solo una questione del procedimento penale: c’è tutta una rete dirigenziale. Non dobbiamo chiuderla ai diretti responsabili, bisogna cercare di capire cosa è successo veramente perché quelle sono state spedizioni punitive vere e proprie e contro detenuti deboli, non contro i camorristi. Come mai? Addirittura c’era una persona disabile. C’è un problema di stato di diritto non solo per questi episodi in carcere, ma anche per quello che riguarda il sistema giudiziario italiano. Quasi la metà del Csm si è dimesso a seguito delle chat di Palamara“.
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Anche Marco Dreosto, eurodeutato della Lega, ha commentato la presidenza slovena del Consiglio dell’Ue. “La presidenza di turno dell’Ue alla Slovenia arriva in un momento molto importante per l’Ue, in cui l’Europa sta ripensando il proprio futuro anche con la Conferenza sul futuro dell’Europa voluta dal presidente Sassoli. In queste settimana il premier (sloveno) Jansa è stato molto criticato. Io ritengo invece che sia molto pragmatico, che ha l’interesse di difendere l’identità nazionale della Slovenia. Ritengo che i temi che oggi ha portato siano di grande rilevanza. Ha cercato di far comprendere che l’Europa deve andare nella direzione del cambiamento necessario rispetto a temi legati all’identità nazionale, pur avendo la necessità di essere unito rispetto a temi internazionali e di competitività globale. Noi vediamo di buon occhio questa presidenza. Poi, sicuramente, l’allargamento dell’UE ai Balcani è una priorità“.
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