I ministri hanno chiesto di sviluppare un approccio politico incentrato sull’alfabetizzazione mediatica degli ‘influencer’
I ministri Ue a Bruxelles hanno messo in guardia sull’impatto “potenzialmente dannoso” dell’attività degli influencer sui social network e hanno chiesto misure adeguate a promuovere il comportamento responsabile e lo sviluppo di organizzazioni o meccanismi di autoregolamentazione della loro attività, compreso un eventuale codice etico. Il ministro belga della Gioventù e dei media Benjamin Dalle ha affermato: “Gli europei trascorrono più tempo online, il che significa che gli influencer che creano contenuti per i social media hanno un impatto più grande che mai sul modo in cui percepiamo e comprendiamo il mondo“.
Il Consiglio dell’Unione Europea definisce gli influencer “creatori di contenuti online che pubblicano sui social media o sulle piattaforme per la condivisione di video attraverso i quali hanno un impatto sulla società, sull’opinione pubblica e sulle opinioni personali del loro pubblico, spesso presentati attraverso un rapporto con il loro pubblico che è basato sull’autenticità”. “Gli influencer hanno spesso un intento commerciale e collaborano con attori commerciali attraverso diversi modelli di business a scopo di lucro. Questi possono anche partecipare ad attività off-line, come patrocini, “meet and greet” (incontri con il pubblico) e lanci di linee di prodotti. Tali attività off-line non rientrano nell’ambito di applicazione delle presenti conclusioni del Consiglio. Un “kidfluencer” o “kid influencer” è un influencer di età inferiore a 18 anni“, continua la nota.
“Se da un lato hanno effetti positivi, dall’altro i contenuti creati dagli influencer e il loro comportamento online possono anche essere dannosi per gli individui e per la società nel suo complesso. La salute mentale e fisica del loro pubblico, in particolare dei minori, può risentire negativamente dei rischi inerenti all’ambiente online, come il bullismo online, la disinformazione o la cattiva informazione e il confronto malsano con gli influencer. Inoltre, la
cattiva informazione e la disinformazione condivise da alcuni influencer possono avere altresì un impatto negativo a livello sociale in settori quali la salute pubblica e la democrazia“, si legge ancora.
L’impatto degli influencer può incidere sui valori e le opinioni politiche, nonché sulla salute, gli atteggiamenti personali e le decisioni professionali. “Gli influencer devono essere consapevoli del loro impatto e dovrebbero disporre delle competenze necessarie per gestirlo e promuovere una presenza online positiva e costruttiva“, si legge nel sito. “Gli europei trascorrono più tempo online, il che significa che gli influencer che creano contenuti per i social media hanno un impatto più grande che mai sul modo in cui percepiamo e comprendiamo il mondo. Al fine di garantire che tale impatto sia positivo, l’UE deve fornire sostegno agli influencer, consentendo loro di sviluppare la propria alfabetizzazione mediatica e di aumentare la consapevolezza e la comprensione delle norme che disciplinano le loro azioni online”, continua la nota.
I ministri hanno chiesto di sviluppare un approccio politico incentrato sull’alfabetizzazione mediatica degli ‘influencer’ e hanno anche affrontato la questione dell’aumento degli influencer minorenni (kidfluencer). Le conclusioni del Consiglio sottolineano l’importanza da parte degli influencer di sviluppare competenze che permettano loro di comprendere l’impatto negativo che può avere la condivisione di disinformazione, di altri contenuti pericolosi che incitano all’odio e al bullismo online. Il documento conclusivo del Consiglio dell’Unione europea invita a:
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