UE ha adottato oggi dieci testi legislativi per riformare la politica europea in materia di migrazione e asilo
Il Parlamento Europeo ha dato il via libera al nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, rappresentando un traguardo significativo per la Commissione Ue guidata da Ursula von der Leyen.
Dopo quattro anni di intenso lavoro e il mancato tentativo di riforma nella legislatura precedente, questo dossier diventa uno dei punti cruciali dell’attuale mandato e ora il Patto sarà sottoposto al Consiglio per l’approvazione finale.
L’obiettivo del nuovo Patto è semplificare il processo di accoglienza dei richiedenti asilo e agevolare il rimpatrio di coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa.
È una riforma necessaria del sistema attuale, che si è dimostrato insufficiente di fronte alle sfide recenti. Questo successo è considerato storico dagli sostenitori dell’Unione europea, equiparabile all’acquisto congiunto dei vaccini contro il Covid e al Next Generation EU.
Il pacchetto comprende nove atti legislativi, con la normativa sulla gestione dell’asilo e della migrazione al centro, sostituendo il vecchio Regolamento di Dublino.
Quest’ultimo stabilisce le regole per determinare quale Stato membro sia responsabile dell’esame di una domanda di asilo. Per correggere il sistema attuale, che vede solo alcuni Stati membri di ingresso (tra cui l’Italia) affrontare la maggior parte delle domande di asilo, il Patto introduce un nuovo meccanismo di solidarietà obbligatoria e misure per prevenire abusi e movimenti secondari.
La votazione, che ha richiesto un’ora, è stata preceduta da una tensione alimentata principalmente dal dissenso interno ai socialisti: la delegazione francese e soprattutto il Pd hanno annunciato il loro voto contrario.
Tuttavia, i democratici hanno fatto un’eccezione per il regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, che include il meccanismo di solidarietà.
Al di là di questo, il Patto per la migrazione e l’asilo è stato nettamente respinto dal Nazareno: gli eurodeputati democratici hanno protestato, affermando che il compromesso raggiunto non supera il sistema di Dublino, non alleggerisce i Paesi di primo ingresso ed è fortemente orientato verso un approccio securitario.
In sintesi, il nuovo Patto mira a rispondere alla necessità di definire regole uniformi in tutta Europa, cosa che finora non è stata realizzata.
Gli Stati membri dell’UE affrontano la pressione migratoria con un nuovo sistema che offre due opzioni: ricollocare i richiedenti asilo sul proprio territorio o versare contributi finanziari.
Il calcolo del contributo considera la popolazione e il PIL di ciascuno Stato e il nuovo regolamento stabilisce una soglia minima di 30.000 ricollocamenti e un contributo finanziario di 600 milioni di euro.
In caso di ricollocamenti insufficienti, gli Stati possono essere chiamati a esaminare le domande di protezione internazionale.
Un secondo regolamento crea una procedura comune per l’asilo a livello UE, rendendo più rapide ed efficienti le decisioni fino a 12 settimane.
Le persone con minacce alla sicurezza o provenienti da Paesi con bassi tassi di riconoscimento dell’asilo saranno soggette a una procedura di asilo alla frontiera. Sono previsti centri di accoglienza nei paesi di primo ingresso con una capacità di 30.000 posti.
Un terzo regolamento stabilisce norme per affrontare situazioni di crisi migratoria, prevedendo meccanismi di solidarietà e deroghe.
Il regolamento Eurodac sarà riformato per migliorare l’identificazione e la sicurezza, includendo le impronte digitali e le immagini del volto.
Un regolamento di screening uniformerà l’identificazione dei cittadini di Paesi terzi e la procedura di ingresso nell’UE, con controlli biometrici e sanitari entro sette giorni.
Il Patto comprende anche regolamenti per l’Agenzia europea per l’asilo, miglioramento delle condizioni di accoglienza e un quadro per il reinsediamento dei richiedenti asilo.
La commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, volto di questa proposta insieme al vicepresidente Margaritis Schinas, ha scritto su X: “Grazie per il coraggio di scendere a compromessi. Il voto di oggi è un grande risultato. Potremo tutelare meglio le nostre frontiere esterne, i vulnerabili e i rifugiati, rimpatriando rapidamente coloro che non hanno diritto a restare, con la solidarietà obbligatoria tra gli Stati membri”.
Entusiasmo anche dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: “Storia fatta. Abbiamo creato un solido quadro legislativo su come gestire la migrazione e l’asilo nell’Ue. Sono passati più di dieci anni di lavoro ma abbiamo mantenuto la parola data. Un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea”, ha commentato su X.
“Dopo quasi un decennio di stallo, il Parlamento europeo ha adottato il Patto su migrazione e l’asilo, la riforma completa delle leggi sull’immigrazione dell’Ue. È fatta. L’Europa gestirà la migrazione in modo ordinato e alle nostre condizioni”, ha sottolineato il vice presidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas.
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