La guerra tra Russia e Ucraina, in corso dal 2022, e l’inasprimento delle ostilità tra Israele e Hamas stanno avendo un impatto importante sul processo di transizione energetica. È quanto è stato ribadito nel corso dell’iniziativa sul tema tenutasi in piazza della Minerva a Roma. “La transizione energetica può avvenire attraverso la cultura e gli investimenti. Cultura che dovrà partire dai giovani mentre gli investimenti dovranno essere pubblici e privati“, ha dichiarato Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. “A causa dei vari conflitti che si stanno registrando nel mondo, la transizione diventa necessaria e complicata. L’Italia ha una difficoltà nel reperimento delle materie prime e i conflitti stanno creando problemi a livello globale, per questo il governo è impegnato su di un’autonomia energetica perché è diventata centrale – ha continuato -. Nucleare per la sovranità? Questa deve partire innanzitutto dalle cose che abbiamo come il biofuel e le biomasse“.
Anche Gilberto Picheto Fratin, il ministro dell’ambiente, ha risposto alle domande dei giornalisti a margine dell’evento. “A che punto siamo con le comunità energetiche? Siamo in dirittura di arrivo, ma non sono io ad inviare la risposta della Comunità europea all’Italia. Le interlocuzioni tecniche sono completate“. Sulla possibile crisi energetica dovuta al conflitto tra Israele e Palestina, Fratin ha dichiarato che il governo sta “monitorando la questione dei prezzi perché, se fino a qualche giorno fa avevamo la sicurezza sulla quantità mentre il prezzo subiva situazioni, oggi al mondo nessuno può garantire sulla tenuta del sistema. Abbiamo rapporti contrattuali con i Paesi e cechiamo di mantenere i contatti“. Mentre sul nucleare ha affermato che “nel lungo periodo ci permetterà di godere di un’indipendenza energetica. Tutti ci dicono che dopo il 2030 sarà possibile avere una centrale. Dove sarà la prima? Dove ci saranno le grandi imprese a fare contratto“.
Il Commissario straordinario del Consiglio dei ministri sulle discariche abusive, il Generale Giuseppe Vadalà, ha fatto il punto della situazione sui problemi di sua competenza. “La lunga e costosa procedura di infrazione dell’Ue sulle discariche abusive è quasi alla fine. Nel primo semestre del 2025, i 200 siti inziali saranno chiusi tutti. Un successo del governo e del sistema Paese. Cosa cambierà per l’Italia? In primis, nessun sindaco potrà aprire in emergenza le discariche. Poi si è compreso che queste sono un sistema residuale e dovranno essere gestite in maniera corretta“, ha concluso.
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