L’UNICEF denuncia un aumento scioccante della violenza sui bambini in Sudan, con oltre 221 casi di stupri sistematici nel 2024
Martedì scorso, l’UNICEF ha lanciato un allarmante rapporto che documenta il fenomeno degli stupri sistematici di bambini in Sudan. Questo paese, segnato da una guerra civile che dura da oltre due anni, sta affrontando una crisi umanitaria senza precedenti. I dati forniti dall’agenzia delle Nazioni Unite sono scioccanti: nel solo 2024, sono stati registrati 221 casi di violenza sessuale su minori, di cui 16 riguardanti bambini sotto i cinque anni. Tra queste vittime, quattro avevano meno di un anno. È cruciale notare che questi numeri potrebbero essere sottostimati, poiché molte vittime non denunciano le violenze per paura di stigmatizzazione e ritorsioni.
La guerra civile e le sue conseguenze in Sudan
La guerra civile in Sudan è scoppiata nell’aprile del 2023, a seguito della rottura di un fragile accordo tra due generali: Abdel Fattah al Burhan, attuale leader dell’esercito regolare, e Hamdan Dagalo, noto come Hemedti, comandante delle forze paramilitari Rapid Support Forces (RSF). Entrambi hanno dimostrato una spietatezza senza precedenti, perpetrando violenze estreme contro la popolazione civile. Le atrocità includono:
- Saccheggi
- Incendi di edifici
- Omicidi su base etnica

Tuttavia, è lo stupro a emergere come una delle forme più devastanti di violenza utilizzate durante questo conflitto. Nelle guerre precedenti, lo stupro è stato spesso impiegato come una vera e propria arma di guerra, mirata a terrorizzare e sottomettere intere popolazioni.
Nel primo anno di guerra, il numero di stupri riportati è aumentato del 473% rispetto al 2022, e nel 2024 si è registrato un ulteriore incremento del 16%. Questi dati evidenziano come la guerra abbia amplificato la violenza di genere in modo allarmante. Le vittime sono prevalentemente bambine e ragazze, ma anche i maschi non sono esenti: nel 2024, il 33% dei casi riguardava bambini di sesso maschile. Le conseguenze di tali atti sono devastanti e vanno oltre il trauma immediato, con le vittime che affrontano il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e, in molti casi, possono essere ripudiate dalle loro comunità.
Il rapporto dell’UNICEF ha messo in luce orribili testimonianze di donne e ragazze sequestrate da gruppi armati, ridotte in schiavitù e vendute per scopi sessuali. Lo stupro viene utilizzato anche come strumento di coercizione, per ottenere cibo o altre risorse vitali. Le violenze avvengono frequentemente lungo i percorsi che le donne e le ragazze devono percorrere per raccogliere acqua, momenti in cui sono isolate e vulnerabili.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, il conflitto in Sudan è uno dei peggiori disastri umanitari della storia recente. Oltre agli stupri sistematici, la popolazione è sottoposta a omicidi indiscriminati e violenze generalizzate. La situazione alimentare è critica, con milioni di persone colpite da una grave carestia, aggravata dall’instabilità politica e dalla mancanza di accesso alle risorse fondamentali. La recente escalation del conflitto ha portato a decine di migliaia di civili uccisi e oltre 11 milioni di sfollati.
In questo contesto drammatico, l’UNICEF e altre organizzazioni umanitarie affrontano una sfida monumentale nel tentativo di fornire assistenza e protezione ai bambini e alle famiglie colpite dalla guerra. È evidente l’urgente necessità di un intervento internazionale coordinato per fermare queste violenze e garantire un futuro migliore per le generazioni più vulnerabili del Sudan. La comunità internazionale deve alzare la voce contro queste atrocità e lavorare attivamente per la pace e la giustizia in questa regione devastata dalla guerra.