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“Dal governo ci aspettiamo che si renda conto che Stellantis e il gruppo automobilistico sono importanti per l’Italia, ma soprattutto che deve seguire le vicende del nuovo piano industriale. L’esecutivo deve cominciare a far sentire la sua voce, diventando un garante ed una parte importante dell’azienda per il piano industriale“. Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, entrato al Ministero dello Sviluppo Economico per partecipare all’incontro con i vertici di Stellantis e dei ministri Giorgetti e Orlando. “Gli incentivi sono un qualcosa di momentaneo, ora c’è bisogno di maggiore attenzione. Chiederemo che l’esecutivo diventi un interlocutore importante e che il terzo paese europeo per la produzione delle batterie sia l’Italia. Melfi è lo stabilimento più numeroso ed è quello che ha realizzato modelli importanti, quindi parlare adesso di crisi è esagerato. Non temiamo per lo stabilimento alcun tipo di contraccolpo“, ha concluso.
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“Da questo incontro ci aspettiamo che finalmente si apra al ministero un tavolo permanente sull’automotive a partire da Stellantis. Quindi, un tavolo che affronti i problemi dell’auto, della transizione da FCA a Stellantis e di tutto l’indotto che c’è intorno“. Lo ha dichiarato Francesca Re David, la segretaria generale della Fiom Cgil. “L’azienda ha già preso un prestito di oltre 6 miliardi di cui noi non abbiamo visto il testo concordato e che presupponiamo abbia un vincolo fino al 2023 degli impianti. Melfi è lo stabilimento che ha lavorato di più e noi non siamo disponibili alla diminuzione di personale“, ha concluso.
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Anche Roberto Benaglia, il segretario generale della Fim Cisl, ha affrontato la questione Stellantis. “È positivo il fatto che questo incontro avviene in sede governativa, segno che il futuro di Stellantis e dell’automotive è all’attenzione di chi presiede la politica industriale. Vogliamo partire con il piede giusto con programmi di futuro, ma tutto dipende molto da come si presenterà oggi l’azienda. Noi come Fim diciamo che la produzione metalmeccanica ha bisogno di sostenibilità ambientale e quindi tutto il mondo dell’auto è chiamato ad una rapida evoluzione. La sostenibilità ambientale, però, non la devono pagare i lavoratori“, ha concluso.
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