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“Ho confermato al Presidente incaricato il sostegno di Forza Italia, con la sollecitazione ad adottare scelte di grande profilo, tenendo conto delle indicazioni dei partiti, ma decidendo in piena autonomia”. Così Silvio Berlusconi, davanti ai cronisti a Montecitorio, dopo le consultazioni con Mario Draghi nel pomeriggio di martedì. Dopo il ‘no’ secco di Fratelli d’Italia e il ‘forse’ della Lega, arriva invece un endorsement chiaro da parte di Forza Italia, la terza anima principale del centrodestra. Una posizione che non sorprende, ma che potrebbe destabilizzare gli equilibri proprio fra i tre partiti.
“Quello che nasce è un governo che si fonda sull’unità del Paese e delle forze politiche senza preclusione alcuna – ha spiegato Berlusconi -. Questo naturalmente non significa la nascita di una maggioranza politica fra partiti alternativi fra loro per cultura, per storia, per valori di riferimento. È invece la risposta ad una grave emergenza e durerà per il tempo necessario a superare questa drammatica crisi sanitaria, sociale ed economica. Una risposta credibile di fronte all’Europa e al mondo”.
“Una risposta unitaria che avevamo chiesto per primi e che trova piena corrispondenza nell’invito rivolto dal Capo dello Stato a tutte le forze politiche ad assumersi le loro responsabilità. Noi faremo la nostra parte con lealtà e spirito costruttivo” ha poi aggiunto l’ex premier.
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Berlusconi era arrivato alla Camera nel primo pomeriggio di martedì, dopo essere giunto a Roma con un volo privato poche ore prima. Il fondatore di Forza Italia era entrato con l’auto dall’ingresso di via della Missione. Poi, dopo essere entrato all’interno del garage di Montecitorio, era uscito a piedi a salutare i giornalisti.
Rivolto agli obiettivi dei fotografi, Berlusconi aveva tolto per un attimo la mascherina, aveva salutato i cronisti ed era rientrato velocemente accompagnato dai più stretti collaboratori. Con lui anche il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani e le due capogruppo di Camera e Senato, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini.
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Il presidente del Consiglio incaricato lo aveva poi accolto dicendogli: “Grazie di essere venuto”. Un ringraziamento decisamente gradito da Berlusconi, che lo aveva poi salutato con l’ormai canonico tocco con il gomito (in luogo della stretta di mano), prima di sedersi a colloquio.
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