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Vittorio Sgarbi viene espulso dall’Aula di Montecitorio. “Non può offendere i suoi colleghi, non può pronunciare parolacce“, gli ha detto la vicepresidente Mara Carfagna tra gli applausi unanimi. Sgarbi non voleva abbandonare l’Emiciclo: è stato necessario l’intervento dei commessi per allontanarlo di peso dalla Camera. “Vergogna, Vergogna!“, hanno urlato diversi deputati mentre qualcuno gli diceva “pagliaccio” e Carfagna sottolineava che “ha scambiato quest’aula per uno spettacolo“.
Sgarbi: gli insulti a Giusi Bartolozzi e Carfagna
Le intemperanze di Sgarbi sono iniziate durante un intervento dell’onorevole Giusi Bartolozzi di Forza Italia. “Ho difficoltà ad esprimermi, perché lo dico da servitore dello Stato da cittadino e da ultimo da politico. Sentire da un collega che la magistratura tutta è mafiosa, a me fa inorridire“. “Non era tutta! Non era tutta!“, ha ripreso a urlare Sgarbi.
Successivamente è stato l’onorevole Michele Bordo del Partito Democratico a essere ripetutamente interrotto da Sgarbi: “Credo sia doveroso intervenire dopo le gravissime affermazioni fatte dal collega Sgarbi. I magistrati italiani sono persone perbene e fanno fino in fondo il proprio lavoro. E solidarietà alla collega Bartolozzi“. All’esponente di Forza Italia, Sgarbi aveva destinato una lunga serie di insulti e irripetibili parolacce. “Ma le ha dette anche a me…“, ha sottolineato Mara Carfagna mentre tentava di riportare l’ordine.
La spiegazione all’esterno di Montecitorio
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Lo stesso Vittorio Sgarbi si è lamentato della sua espulsione all’esterno di Montecitorio. “Mi hanno impedito di votare, è fascismo. Evidentemente uno non può dire che i magistrati hanno una profonda corruzione“, ha dichiarato ai cronisti presenti fuori dalla Camera.
Il deputato aveva chiesto una commissione d’inchiesta dopo gli ultimi episodi che hanno scosso la magistratura. “Ho detto le stesse cose che ha detto Cossiga su Palamara e sull’Associazione Nazionale Magistrati. Quindi dovrebbero inquisire Cossiga alla memoria. Naturalmente quando si parla di profonda corruzione ci si riferisce a quelli che ce l’hanno. È come quando si dice politici, i riferimenti sono ai singoli casi“.