A poche ore dalla firma di Giuseppe Conte e Roberto Speranza sul nuovo Dpcm si torna a parlare di scuola e in particolare di didattica in presenza. Concetto ritenuto basilare da tutte le forze di maggioranza. A partire dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che torna sulla questione senza giri di parole.
Scuola in presenza: il governo marcia compatto
“I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola, e lì devono restare – tuona la ministra Azzolina –. I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. Piuttosto, come ribadiamo da tempo, l’attenzione va concentrata fuori dagli istituti, sulle attività extrascolastiche. La didattica in presenza è fondamentale. Oltre alla formazione garantisce quella socialità che i giovani altrimenti cercherebbero altrove“.
E se le Regioni hanno ipotizzato di utilizzare solo didattica a distanza per le scuole superiori, un no arriva anche dallo stesso ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. “Sappiamo che si tratta di una soluzione sempre praticabile. In questo momento però non è sul tavolo. I nostri sforzi vanno nella direzione di difendere scuola e lavoro, su questo tema le Regioni non potranno muoversi in autonomia. Solo lo Stato centrale può decidere il funzionamento degli istituti scolastici“, ricorda il ministro a ‘Sky TG24’.
La risposta dalle Regioni: parla Zingaretti
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Sul tema arriva anche l’intervento del segretario del Pd e governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a margine della presentazione del progetto ‘Bonus Lazio Km 0’: “Le Regioni spingono per il ritorno della didattica a distanza per le superiori? Non è successo questo. Tutti sono d’accordo a tutelare la scuola in presenza. La priorità assoluta è tutelarla sempre, laddove possibile“.
“Voi i giornali li leggete tutti – aggiunge Zingaretti –. Ovviamente la priorità assoluta è la scuola in presenza, laddove è possibile. E faccio un ennesimo appello a tutte e a tutti a rispettare le regole. Nella dimensione pubblica e nelle dimensioni private. Perché il problema non sono le regole, ma che il Covid c’è, si diffonde ed è pericoloso. Dico questo da sempre. Perciò è necessario difendersi, con le mascherine, con le distanze di sicurezza, con l’igiene delle mani, stando lontano dagli assembramenti. Bisogna difendersi. Il resto sono chiacchiere“.