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Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, ha risposto al presidente del Piemonte Alberto Cirio riguardo all’ordinanza regionale disposta da quest’ultimo sulle modalità di misurazione della febbre a scuola. Ciò che viene contestato è lo scostamento rispetto alle linee guida fissate a livello nazionale. “A fine giugno abbiamo approvato delle linee guida insieme a tutte le Regioni, Piemonte compreso – ricorda Azzolina -. Queste sono le regole nazionali e credo che non si possa quattro giorni prima della riapertura delle scuole cambiare le regole come se fosse un gioco. Ci vuole rispetto nei confronti delle famiglie e dei dirigenti scolastici. Il ministero potrebbe impugnare l’ordinanza”.
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Il Ministero, quindi, è pronto allo scontro con il governatore del Piemonte a pochi giorni dal rientro a scuola. “Stiamo definendo, a livello nazionale saranno circa 450 mila gli studenti che ne beneficeranno dei kit, è un ottimo segnale di attenzione nei confronti del diritto all’istruzione, un diritto universale, bisogna dare una mano agli studenti in difficoltà – ha detto Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, in visita a una scuola a Biella -. Il 14 si riapre, sarà un anno complesso, le difficoltà ci sono ma non bisogna dimenticare il lavoro fatto quest’estate e che viviamo in una pandemia globale che lascia un miliardo di studenti a casa”.
La ministra ha speso dure parole contro l’ordinanza del presidente del Piemonte Alberto Cirio: “Credo che non si possa, quattro giorni prima della riapertura delle scuole, cambiare le regole come fosse un gioco. Ci vuole rispetto nei confronti delle famiglie nei confronti dei dirigenti scolastici che hanno fatto un lavoro eccezionale e fiducia”. Ma Cirio si difende: “Se impugnano vedremo chi ha ragione”.
Anche il direttore scolastico regionale del Piemonte, Fabrizio Manca, è intervenuto in merito all’ordinanza del governatore Cirio, che ha definito “tardiva e impropria”. “Proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico si decide, senza valutarne gli impatti, di cambiare le regole dettate dal governo per la riapertura in sicurezza delle scuole”. Sulla base delle suddette linee guida, infatti, “i dirigenti scolastici hanno pianificato con grande fatica e complessità l’organizzazione del servizio”, ha aggiunto Manca.
L’ordinanza regionale che ha fatto tanto discutere il Ministero dell’Istruzione riguarda la questione della misurazione della temperatura. A livello nazionale, infatti, il governo ha previsto la misurazione a casa per sollevare gli istituti dagli oneri sanitari. Le famiglie, quindi, controlleranno i propri figli prima di farli uscire di casa. Se la loro temperatura sarà superiore ai 37,5 gradi, non potranno entrare a scuola.
Il presidente della Regione Alberto Cirio, però, ha previsto l’obbligatorietà con la seguente formula: misurazione all’ingresso della scuola. Gli istituti nei quali sia impossibile “per ragioni oggettive e comprovate” dovranno predisporre un’autocertificazione tramite registro elettronico, diario o apposito modulo. In quest’ultimo caso spetterà ai genitori occuparsi della misurazione della temperatura dei propri figli.
Non solo tensione, comunque, nella visita di Azzolina a Biella. La ministra ha infatti ricevuto un regalo particolare, una maglietta con su scritto “Che fatica la vita da ministra”. A consegnarla è stata una studentessa biellese, con cui aveva già avuto modo di parlare nei mesi scorsi, pur non di persona. L’incontro è avvenuto all’esterno l’Istituto Comprensivo Biella II, dove l’ex insegnante si è recata oggi per visitare gli spazi e parlare con il personale.
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