Giovedì 16 dicembre sarà sciopero generale. Nonostante il ‘no’ secco del Garante, nonostante l’assenza (non di poco conto) della Cisl. Cgil e Uil vanno dritte per la loro strada e hanno confermato la mobilitazione per protestare contro la Legge di bilancio dopo il fallimento dell’incontro fra i rappresentanti dei sindacati e quelli del governo svoltosi lo scorso 2 dicembre. Ecco cosa c’è dietro il braccio di ferro, cosa accadrà giovedì prossimo e qual è la posizione di chi “contesta i contestanti”.
Il braccio di ferro tra il Garante e i sindacati
La Commissione garanzia sciopero, con una comunicazione inviata alle istituzioni e ai sindacati stessi, ha bocciato la data del 16 dicembre perché non rispetta il cosiddetto “periodo di franchigia” previsto per i servizi postali, quelli di igiene ambientale e quelli alla collettività, e viola la regola della ”rarefazione oggettiva”: in poche parole, il 16 dicembre è troppo vicino alle date di una serie di altri scioperi previsti – e approvati dal Garante – in singoli settori.
La richiesta fatta ai sindacati è quella di indicare una nuova data entro cinque giorni (da giovedì 9, quindi entro il 14 dicembre). Una richiesta respinta, tanto che Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero per il prossimo giovedì.
Le due sigle, attraverso una nota congiunta diffusa tramite i propri canali, “prendono atto della delibera del Garante sugli scioperi emanata in data odierna, relativa a scioperi di settore o territoriali precedentemente proclamati, e procederanno garantendo che lo sciopero del 16 sarà effettuato nel pieno rispetto delle norme che regolamentano il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali”.
Le richieste al governo da parte di Cgil e Uil
Sono principalmente due i punti che hanno causato la rottura fra governo, Cisl e Uil sulla Legge di bilancio che il Parlamento dovrà approvare entro il 31 dicembre: la riforma delle aliquote Irpef e i provvedimenti per limitare l’aumento delle bollette dell’energia.
Per quel che riguarda l’Irpef, Landini e Bombardieri contestano la diseguaglianza che deriverebbe dalla rimodulazione delle fasce di reddito. Una simulazione fatta dagli stessi sindacati prevede che la fascia di reddito più bassa, quella fino ai 20mila euro annui, avrà un risparmio annuale a livello di tasse al massimo di 100 euro annui rispetto al passato, a fronte dei 920 euro risparmiati da chi, ad esempio, ha un reddito di 50mila euro.
Sulle risorse per evitare i forti aumenti nelle bollette di luce e gas, i 2 miliardi di euro promessi dal governo basterebbero, secondo i sindacati, ad evitare aumenti solo fino a marzo. Per Cgil e Uil, dunque, le mosse del governo sarebbero insoddisfacenti anche perché, secondo i loro calcoli, le risorse a disposizione “avrebbero consentito una più efficace redistribuzione della ricchezza, per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile“.
Perché la Cisl ha deciso di non partecipare
Al braccio di ferro, invece, non partecipa la Cisl. Il sindacato guidato da Luigi Sbarra è anzi molto critico con Cgil e Uil, come confermato dallo stesso segretario generale in un’intervista rilasciata un paio di giorni fa al Corriere della Sera. “Si tratta di una scelta sbagliata nel metodo e nel merito“ ha chiosato Sbarra.
“Nel metodo – ha spiegato – perché il Paese è ancora stretto nella emergenza pandemica e cerca faticosamente di agganciarsi a una ripresa economica che richiede il massimo di coesione e partecipazione e non il conflitto. Nel merito perché la mobilitazione responsabile e costruttiva messa in campo unitariamente in quest’ultimo mese ha prodotto molti miglioramenti della manovra“.
L’ex premier Conte: “Mi auguro prevalga dialogo”
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Nel frattempo, i rappresentanti dei partiti al governo auspicano che lo scontro si trasformi in incontro. “Trovo difficile comprendere le ragioni dello sciopero generale” ha detto ad Ansa la ministra agli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. “Il Paese ha bisogno di confronto e non di scontro – ha aggiunto -. Speriamo che il senso di responsabilità e la ragionevolezza prevalgano”.
E sulla questione è intervenuto anche l’ex premier Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle. “Mi auguro che prevalga sempre il confronto tra governo e parti sindacali, fino all’ultimo – ha dichiarato uscendo da un incontro a Montecitorio -. Mi sembrerebbe la scelta più saggia rinviare lo sciopero e poter coltivare ancora questo tavolo di confronto”.
“M5s interlocutore politico dei sindacati? Quando avevamo la diretta responsabilità di governo ed io ero presidente li abbiamo sempre incontrati e coinvolti – ha aggiunto Conte –. Noi siamo disponibili. La linea del dialogo e del confronto è prioritaria rispetto a qualsiasi altra soluzione”.
Bonomi (Confindustria): “Auspico un tavolo con Governo e sindacati”
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Carlo Bonomi punta sull’unione di intenti tra le varie forze in campo, per rilanciare il mondo del lavoro nel nostro Paese. Il presidente di Confindustria è intervenuto poco prima dell’inizio dei lavori de “Il valore dell’impresa l’impresa di valore”, in corso di svolgimento allo stabilimento Omer di Carini, in provincia di Palermo. Non manca la preoccupazione nelle sue parole: “Proprio in un momento in cui il Paese si sta riprendendo notiamo delle difficoltà, come il costo dell’energia che è salito alle stelle. Auspico l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo e soprattutto con i sindacati, fermare il mondo del lavoro adesso è un grave errore“.
Bonomi: “Sciopero penalizza lavoratori, Rdc strumento fallimentare”
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Carlo Bonomi ritiene che lo sciopero generale, indetto per il prossimo 16 dicembre, sia un elemento che penalizza fortemente il mondo del lavoro. E sul reddito di cittadinanza, il presidente di Confindustria non le manda a dire: “Si tratta di uno strumento fallimentare, i navigator non hanno fatto ciò per cui sono stati chiamati. Dico che immettere un ulteriore miliardo a sostegno di questa misura sarebbe un errore molto grave“.
La controreplica di Landini: “Maggioranza di governo non è consapevole del disagio sociale”
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Le risposte della politica e del mondo dell’industria non hanno lasciato insensibile lo stesso Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che nella giornata di venerdì ha deciso di replicare ulteriormente alle critiche nei confronti delle sigle promotrici dello sciopero generale.
“La maggioranza di governo non ha la consapevolezza del disagio sociale nel quale l’Italia si trova – ha detto a margine della conferenza sulla povertà alla sede dell’Associazione Stampa Estera di Roma -. Noi confermiamo lo sciopero generale del 16 dicembre per tutto quello che abbiamo chiesto durante l’ultimo incontro a Palazzo Chigi e dopo il quale non abbiamo avuto risposte”.
Sulle parole di Sbarra, Landini ha precisato: “Non l’ho sentito. Se anche la Cisl, però, vuole scioperare il 18 significa che le cose non vanno bene nemmeno per loro. Bonomi? Credo che per sua fortuna non abbia mai avuto il bisogno di battersi per lavorare, ma lo sciopero si fa anche per solidarietà. Il reddito di cittadinanza va migliorato, non cancellato”.