Salvini tra selfie, baciamani e pugni chiusi: il suo “Open Arms Day”

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Giornata lunghissima, quella di Matteo Salvini. Che, nel giorno della votazione in Senato sul processo per il caso Open Arms, si è soffermato più volte ai microfoni dei giornalisti. Con dichiarazioni a tutto tondo, sulla vicenda in questione e su altro.

L’orgoglio di Salvini e il baciamano alla sostenitrice

Io sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ho difeso la sicurezza del mio Paese – ha dichiarato Salvini all’esterno del Senato, prima dell’inizio delle votazioni. Ringrazio i colleghi di allora, che si sono impegnati a combattere i trafficanti. Io dall’anno scorso non ho cambiato idea. Qualcuno ha cambiato idea. Se devo andare in tribunale ci andrò convinto di trovare un giudice che ribadisca che ho fatto il mio dovere di cittadino italiano“.

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Salvini è stato raggiunto all’esterno di Palazzo Madama anche da un’anziana signora invalida, che gli ha manifestato il suo sostegno. Il leader della Lega si è intrattenuto con lei, inizialmente con mascherina abbassata, dedicandole una stretta di mano, una carezza e un baciamano. Quindi si è concesso un selfie, in questo caso indossando correttamente la mascherina.

La Lega in Parlamento e il caso Fontana

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Salvini è poi passato al lavoro della Lega in Parlamento: “Sono contento che sia stato riconosciuto il buon lavoro di due presidenti leghisti in due Commissioni fondamentali come Giustizia e Agricoltura. A proposito di giustizia, leggi bavaglio che marciavano a marce spedite alla Camera non viaggeranno altrettanto velocemente in Senato“.

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Immancabile anche una riflessione su quanto sta avvenendo in Lombardia. “Fontana è indagato per una donazione di una azienda, ma il tempo è galantuomo – ha attaccato Salvini –. Sono orgoglioso del governo di Regione Lombardia, dell’amministrazione della Lega ovunque e di Attilio Fontana. Una delle persone più integerrime e oneste che conosca. Se ha ereditato dei soldi dalla mamma cosa vogliamo fare, lo ingabbiamo? I soldi sono stati scudati per riportarli in Italia, qual è problema? Io non ho genitori altrettanto benestanti, non sono altrettanto fortunato. Ma se li avessi avuti, avrei fatto quello che la legge mi consente. Se sono soldi guadagnati legittimamente, non vedo qual è il problema“.

Salvini in Senato: pugno chiuso e provocazioni

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Quindi l’intervento in Senato, concluso da Salvini con una provocazione alla maggioranza e addirittura con un pugno chiuso. “Ringrazio chi mi manda a processo, perché mi fa un regalo. Ci vado a testa alta e con la schiena dritta“, la conclusione della sua arringa.

La ruota gira – ha anche detto Salvini – e quando toccherà a qualcuno di voi saremo dalla parte delle garanzie, non vi manderemo in un tribunale. Saranno i cittadini a giudicarvi, non i giudici“, la sua minaccia a M5S e centrosinistra.

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In precedenza Salvini era anche stato protagonista di un battibecco con la presidente Casellati. “Noto che del Movimento 5 Stelle non ha parlato nessuno. Preferisco il loro ‘bel tacendo’ alle supercazzole di Renzi“, era stato infatti il suo esordio durante l’arringa difensiva, prima del voto di Palazzo Madama sull’autorizzazione a procedere contro di lui per il caso Open Arms. Dopo l’espressione colorita, citazione dal film “Amici Miei”, la presidente Casellati lo ha redarguito, e il leader della Lega ha quindi polemizzato: “Aggiungiamo un altro processo“.

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