Matteo Salvini, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sul ddl Zan, testo di legge unificato contro l’omobitransfobia, commenta l’iniziativa con queste parole. “L’Italia non discrimina, ci sono già tutte le sanzioni possibili e immaginabili, si rischia invece di sconfinare nell’ideologia, un rischio troppo elevato. Se viene colpito, picchiato, discriminato un omosessuale o un eterosessuale la via, per quanto mi riguarda, è la galera”. Salvini aggiunge che “non c’è il pestaggio più grave rispetto a un altro, a questo punto presentiamo un bel disegno di legge contro l’eterofobia, perché non c’è differenza se vengo preso a schiaffi io o un altro”. Per il leader della Lega siamo di fronte a una legge “è un modo comodo per lavarsi la coscienza, ma è una norma pericolosa per tutti, omosessuali ed eterosessuali”.
La replica di Arcigay a Salvini e alla parola “eterofobia”
Parole, quelle che dell’ex ministro dell’Interno, che hanno suscitato diverse polemiche. A replicare a stretto giro a Matteo Salvini e soprattutto alla parola “eterofobia” ci ha pensato Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay: “Salvini dice sciocchezze, questa legge tutela tutti. Anche gli eterosessuali ed è un vero peccato che la destra italiana non colga l’occasione di allinearsi alla destra del resto d’Europa. Ho la sensazione che voglia semplicemente buttarla in caciara”. Secondo Piazzoni, “questa legge andava fatta 25 anni fa, adesso finalmente dopo tanti ‘non è il momento’ torniamo a parlarne. Cosa manca? Una norma che punisca le teorie riparative, la propaganda discriminatoria e soprattutto sono ancora troppo pochi i fondi per le case che accoglieranno le vittime di omofobia. Insomma, il testo è migliorabile”. Arcigay si dice comunque soddisfatta sul fatto che il disegno di legge sia approdato in commissione Giustizia alla Camera, con l’obiettivo di punire le discriminazioni di genere, anche con la reclusione, e che presto sarà all’esame dell’Aula.