Per la Lega i risultati delle ultime elezioni sono stati positivi? La risposta è meno banale di quel che potrebbe sembrare. Da un lato il partito fa parte della coalizione che ha ottenuto la maggioranza dei voti (oltre il 44%) e quasi certamente avrà un ruolo importante nel prossimo governo. Dall’altro, gli elettori hanno dimostrato di preferire Fratelli d’Italia alla Lega, che è passata dal 17% delle preferenze del 2018 all’attuale 8,5% (non lontano dall’8% di Forza Italia). Un calo importante, che denota una perdita di fiducia notevole nei confronti del partito guidato da Matteo Salvini. L’attuale segretario, che già negli scorsi mesi si era dovuto confrontare con i malumori di ministri e presidenti delle Regioni, rischia di vedere la propria leadership messa in discussione.
Con ogni probabilità, il prossimo presidente del Consiglio risponderà al nome di Giorgia Meloni. Nel corso della campagna elettorale, la coalizione di centrodestra ha ribadito più volte che sarebbe diventato premier il leader del partito più votato. Salvini non potrà dunque ricoprire quel ruolo, ma quasi certamente avrà comunque un peso importante nell’esecutivo. Il leader leghista ha più volte accarezzato la possibilità di tornare a fare il ministro degli Esteri ed è uno scenario che al momento sembra alquanto plausibile.
Ben più incerta è la sua posizione all’interno della Lega. Il partito sta prendendo in considerazione la possibilità di convocare un congresso, durante il quale potrebbero arrivare dei cambiamenti drastici. Se Salvini dovesse essere estromesso dal ruolo di leader, chi potrebbe prendere il suo posto? Uno dei nomi più gettonati è quello di Luca Zaia, che, come dimostrato da alcuni sondaggi, gode di una popolarità maggiore rispetto a Salvini, soprattutto in Veneto, dove ricopre con successo il ruolo di presidente della Regione dal 2010.
Altri nomi da non sottovalutare sono quelli di Giancarlo Giorgetti e Massimiliano Fedriga, che nel corso del governo Draghi hanno assunto delle posizioni più “centriste” e moderate rispetto a quelle di Salvini, potenzialmente più appetibili per parte dell’elettorato.
Siamo, chiaramente, nel campo delle speculazioni (seppur basate su dati concreti). Per scoprire il futuro di Salvini potrebbe essere necessario osservare la situazione ancora per alcuni mesi. Nel 2023 ci saranno le elezioni regionali in Lombardia e quello potrebbe rivelarsi il vero campo di battaglia decisivo per la leadership dell’attuale segretario. Perché se esiste un territorio che la Lega non può permettersi di perdere, è proprio quello che ha come capoluogo Milano.
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