Il salario minimo “continuerà il suo iter se non nell’aula della Camera lo farà nel paese, c’è ne un disperato bisogno“, l’ha dichiarato Nicola Fratoianni, il leader di Sinistra Italiana, nel corso di un punto stampa. “Ne hanno bisogno milioni di lavoratori e lavoratrici che vivono una condizione di indecente sfruttamento. Lavorano ma sono in condizioni di povertà e sono milioni di persone. Incredibile che difronte a questo il Governo dia uno schiaffo a milioni di lavoratori poveri“.
Opposta la posizione del vicepremier Antonio Tajani, che già nelle scorse ore si era detto contrario alla misura. “Non ho detto che con il salario minimo rischiamo di diventare come l’Urss. Quel che intendevo è che dobbiamo puntare al salario ricco, non dobbiamo accontentarci. Nel momento in cui lo fai tutti i salari andranno verso il basso e non verso l’alto”. Tajani ha comunque sottolineato che tutti devono avere un compenso che permetta di arrivare a fine mese. “Serve tagliare il cuneo fiscale e tanti intralci che permettano alle imprese di crescere per avere salari più ricchi. La normativa comunitaria dice che il salario minimo serve per i paesi che stanno sotto l’80% della contrattazione collettiva, l’Italia sta sopra. Anche dal punto di vista europeo non va bene. I salari sono bassi vanno rialzati. La contrattazione collettiva è meglio perché permette benefit che salario minimo non permetterebbe“, ha concluso.
“Sul salario minimo abbiamo la stessa posizione della campagna elettorale con il programma condiviso anche da Calenda“, ha osservato Raffaella Paita, Senatrice di Italia Viva, a Piazza Montecitorio. “Se poi Calenda ha cambiato opinione per andare incontro alle esigenze di Schlein e M5s, è un problema che non riguarda noi, che terremo la posizione già espressa. Noi faremo degli emendamenti per portare la discussione al punto più avanzato possibile senza creare fratture con le organizzazioni sindacali e il tema della contrattazione collettiva“.
Arturo Scotto, deputato del Pd, ha invitato il governo a ritirare l’emendamento con il quale ha di fatto soppresso il salario minimo. “Noi non ci fermeremo né in Commissione né in aula non è un’umiliazione soltanto nei confronti dell’opposizione e del parlamento ma di 3 milioni di persone che aspettano una legge moderna ed europea, basta salari da fame“.
Sul tema è intervenuto anche il deputato dei FdI, Giovanni Donzelli: “L’Italia è una nazione avanzata nella contrattazione sindacale, e questo schema libererebbe la possibilità di retribuire tutti al livello del salario minimo. Sarebbe un danno per i lavoratori e non entrerebbe nel cuore del vero problema che è quello delle cooperative. Alzare lo stipendio ai capigruppo? Quello è in varianza di bilancio, ma con Fratelli d’Italia abbiamo già deciso che ci rinuncerà“.
Anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha rilasciato alcune dichiarazioni fuori da Montecitorio: “Sono intervenuto in commissione lavoro sperando resipiscenza della maggioranza, invece c’è chiusura totale. La maggioranza ha saputo presentare in quattro mesi solo un emendamento completamente soppressivo: a parole riconosce che c’è un problema per i lavoratori che hanno buste paghe da fame. La Presidente Meloni non si assume la responsabilità di portare rispetto e restituire dignità a 3 milioni e 6000 mila lavoratori che prendono buste paga da fame. Raccolte firme della Schlein? Noi ora facciamo la nostra battaglia in Commissione e in Aula, e se ci sarà bisogno la porteremo nel Paese“.
Quello che emerge dal rapporto è che nessuno Stato sta cercando davvero di dire addio…
Dall'indagine che ha coinvolto la Generazione Z è emerso che soltanto il 20% si sente…
Sciopero nazionale della sanità: medici e infermieri protestano contro la manovra 2025 per chiedere dignità,…
Donald Trump prepara la sua nuova amministrazione con nomine sorprendenti e fedeli alleati, puntando su…
Scopri i dettagli del Bonus Natale 2024: requisiti, novità e modalità per ottenere i 100…
Il patron di X avrebbe messo in discussione alcuni dei candidati scelti da Boris Epshteyn,…