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“L’ho detto tante volte: io ho un’età ormai veneranda. Il prossimo anno avrò 83 anni, più sette di mandato fanno 90. Credo proprio di essere fuori dai giochi”. Lo ha detto il due volte presidente del Consiglio, Romano Prodi, alla presentazione del suo nuovo libro ‘Le immagini che raccontano l’Europa’ presso la biblioteca Salaborsa di Bologna. A moderare l’incontro c’era il direttore del settimanale L’Espresso, Marco Damilano.
Già nei mesi scorsi l’ex leader de L’Ulivo aveva escluso la possibilità di prendere il posto dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Prodi aveva poi caldeggiato l’ipotesi di una donna al Colle, parlando di “una bella prospettiva”.
Prodi e il libro sulla storia dell’Europa
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Nelle 192 pagine del suo nuovo libro (edito da Rizzoli, prezzo: 29,90 euro), Prodi ripercorre la storia dell’Europa, dalla sua nascita a oggi, attraverso Cento fotografie, scelte e commentate. L’opera è dedicata “ai miei nipoti Chiara, Benedetta, Davide, Maddalena, Giacomo e Tommaso, cittadini della futura Europa”, si legge nella prefazione.
Parlando del futuro dell’Ue, Prodi scrive: “Si è aperto un nuovo capitolo della storia e, come è avvenuto alle origini del progetto europeo, abbiamo bisogno di leader forti e preveggenti che siano in grado di fare prendere all’Unione Europea le decisioni necessarie per avere un ruolo da protagonisti nella nuova storia. Non è difficile elencare le decisioni che, necessariamente, debbono essere prese”.
“Serve una visione politica comune”
“Si tratta infatti di costruire una politica estera e una difesa comune, di agire insieme nel campo dell’immigrazione e degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, di proseguire e ampliare la cooperazione nella politica economica e nei grandi progetti scientifici dai quali dipende il nostro futuro”, aggiunge.
“Tutti obiettivi semplici da individuare, ma che esigono una visione politica comune ancora molto difficile da mettere in atto, anche se i grandi muta-menti globali ai quali stiamo assistendo indicano in modo inequivocabile la strada da seguire – prosegue Prodi -. Tutti i grandi obiettivi possono essere raggiunti solo se si preparano gli strumenti politici per poterli raggiungere”.
E conclude: “Nel caso dell’Unione Europea lo strumento necessario e sufficiente per riagganciare la storia è uno solo: l’abolizione dell’unanimità nei processi decisionali europei. Nulla può essere deciso con l’obbligo di adesione unanime di tutti i ventisette Paesi che compongono l’Unione”.