Renzi, la compagna di Khashoggi attacca: “Incomprensibile su bin Salman”

Si torna a parlare della visita di Matteo Renzi in Arabia Saudita e della sua intervista al principe ereditario Mohammed bin Salman che tante polemiche ha scatenato in queste settimane. L’ultima, però, è senz’altro più autorevole di altre dato che proviene da Hatice Cengiz. Ossia la compagna di quel Jamal Khashoggi ucciso nel consolato di Riyadh a Istanbul nell’ottobre 2018.

La rabbia della compagna di Khashoggi

Non è possibile essere ben informati sull’Arabia Saudita e allo stesso tempo sostenere che il principe ereditario Mohammed bin Salman sia un riformatore – attacca Hatice Cengiz in un’intervista concessa all’Ansa. Proprio non capisco perché [l’ex premier italiano Matteo Renzi] lo abbia fatto. Forse deve cercare di capire meglio la realtà della situazione in Arabia Saudita e cosa bin Salman ha fatto a Jamal“.

Renzi, come si ricorderà, si era recato nella capitale saudita a fine gennaio in un confronto organizzato da FII Institute, e in quella circostanza si era mostrato fin troppo cerimonioso nei confronti di Mohammed bin Salman. Si era infatti dichiarato “geloso” del costo del lavoro nel Paese mediorientale. Ma soprattutto aveva parlato di “nuovo Rinascimento“, scatenando un uragano di polemiche. Che riguardano soprattutto i diritti umani, in riferimento alla durezza del principe nei confronti degli oppositori.

Quei complimenti a bin Salman e le tante critiche a Renzi

E qui torna centrale il nome di Jamal Khashoggi, del cui assassinio è considerato mandante proprio il principe Mohammed bin Salman. Solo un paio di giorni fa era arrivata una nuova protesta nei confronti dell’ex Premier, da parte di ‘Questione Giustizia’, periodico a cura di Magistratura democratica. “La visita di Matteo Renzi aveva uno scopo preciso“, attacca l’articolo. Che poi spiega: “Legittimare un governante screditato sulla scena internazionale, rinsaldando il suo potere all’interno del Paese e mostrandolo ai suoi sudditi come interlocutore privilegiato di chi ha ricoperto altissimi incarichi istituzionali in un grande Paese democratico. Che queste finalità, come è più che probabile, non siano state raggiunte non attenua la gravità dell’atto compiuto e non mitiga la responsabilità politica dell’inqualificabile iniziativa“.

Lo stesso Renzi si era giustificato a pochi giorni dall’intervista galeotta: “Il diversivo di oggi è la conferenza internazionale a Riyadh. Prendo l’impegno di discutere con tutti i giornalisti in conferenza stampa dei miei incarichi internazionali, delle mie idee sull’Arabia Saudita. Di tutto. Ma lo facciamo la settimana dopo la fine della crisi di governo. Adesso è del futuro dell’Italia e non del futuro dei sauditi che stiamo discutendo“. Ma quei nodi, circa un mese dopo, ancora non sono stati sciolti.

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