In attesa nel nuovo dpcm che entrerà in vigore il prossimo 4 dicembre, alcune regioni si preparano a cambiare colore già nelle prossime ore. Ora i dati quotidiani del Ministero della Salute e quelli settimanali dell’Iss, infatti, stanno cominciando a dare segni di miglioramento locale. A trarne beneficio potrebbero essere Lombardia e Piemonte. Entrate per prime in zona rossa tre settimane esatte fa, potrebbero passare in zona arancione, con conseguenti allentamenti.
Il nuovo colore che potrebbero assumere Lombardia e Piemonte
Attilio Fontana, commentando i dati, ha parlato di “risultato di sacrifici e responsabilità che ci avvicinano ad un allentamento delle misure”. Il presidente della Regione Lombardia aveva lanciato anche l’ipotesi che la Regione potesse passare addirittura direttamente da rossa a gialla, ma si tratta di uno scenario poco probabile. Più plausibile invece che diventi arancione, nonostante un recente scontro istituzionale con il ministro Speranza, che avrebbe paventato la permanenza della Lombardia in zona rossa fino al 3 dicembre.
La Lombardia spera di passare da zona rossa ad arancione tra sabato e lunedì. Anche perché l’indice Rt di Milano, secondo l’Ats, è sceso a 0,86. “I dati”, ha detto l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, “sono in netto miglioramento. Aspettiamo le valutazioni dell’Iss e il confronto con il governo ma come ha detto il presidente Fontana noi siamo quasi da zona gialla”. Gallera ha aggiunto: “È giusto che si possa iniziare con una riapertura lenta, graduale che però deve essere accompagnata da grande senso di responsabilità”.
Anche il Piemonte è sempre più vicino alla zona arancione. I dati sono in miglioramento da due settimane, e alla fine di questa, se il trend sarà mantenuto, per la regione scatterà il meccanismo che nei primi giorni di dicembre dovrebbe portare all’attenuamento delle restrizioni massime imposte per contrastare la Covid-19. Alberto Cirio ha affermato: “Stiamo uscendo dalla zona rossa, penso che saremo arancioni tra l’1 e il 3 di dicembre. L’Rt quando andammo in zona rossa era 2.16 e nell’ultimo report era di 1.1”.
La situazione nelle altre regioni
Per Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana (ora zona rossa), “il quadro che si sta presentando nella nostra regione mi porta a dire che prima torniamo in zona arancione e meglio è”. Giani auspica il passaggio di colore a breve anche se “non so se avverrà dalla prossima settimana” o in base a ciò che deciderà il prossimo dpcm dopo la scadenza del 3 dicembre. “I dati che i nostri uffici calcolano informalmente” sull’indice Rt che questa settimana sarebbero “intorno a 1-1,1”, “sono ascrivibili alla zona arancione o addirittura alla zona gialla”.
Per quanto riguarda le altre regioni in zona rossa, le stime degli esperti indicano che in Valle d’Aosta la curva ha cominciato a scendere e che la tendenza alla decrescita è destinata a proseguire. Analoga la situazione della Provincia autonoma di Bolzano e quella della Calabria.
Che cosa cambierebbe in queste regioni con il cambio di colore
Ma cosa succerebbe in queste regioni con il cambio di colore e con il conseguente passaggio dalla zona rossa a quella arancione? Con le attuali regole, nella zona rossa non si può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute, necessità, urgenza, istruzione, o per andare a fare una corsa o una passeggiata (in prossimità della propria abitazione), e serve sempre l’autocertificazione. Nella zona arancione invece il movimento all’interno del proprio comune è libero tra le ore 5 e le 22. Per quanto riguarda gli spostamenti, nella zona arancione resta vietato spostarsi dal proprio Comune, salvo per le esigenze elencate prima. Esattamente come resterebbe anche vietato uscire o entrare dal territorio regionale.
Anche con il passaggio in zona arancione, resterebbero chiusi i bar e i ristoranti, così come gelaterie e pasticcerie, tranne mense e catering. Rimarrebbero possibili asporto e consegna a domicilio. In zona arancione però potrebbero riaprire i negozi al dettaglio: in zona rossa è chiusa la gran parte degli esercizi commerciali, mentre in zona arancione possono stare aperti. Infine, nella zona arancione, le seconde e le terze medie potrebbero tornare a scuola in presenza con la mascherina obbligatoria. Le superiori resterebbero comunque con la didattica a distanza.