È passato un mese esatto dalle elezioni Regionali, che tanto avevano caratterizzato lo scenario politico italiano nella parte conclusiva dell’ultima estate. Alla fine il 4-3 di Nicola Zingaretti su Matteo Salvini si è concretizzato. Ora anche la Valle d’Aosta ha eletto il suo presidente: è Erik Lavevaz. Leader dell’Union Valdotaine, ha preso 20 voti su 35. Oltre al suo partito e a un’altra lista autonomista, è sostenuto anche del Progetto civico progressista, cioè alleanza della sinistra in cui fa parte il Partito Democratico, che è quindi entrato in Giunta. Dunque, dopo Puglia, Campania e Toscana, il centrosinistra realizza il sorpasso sulle sette regioni andate al voto il 20 e 21 settembre. Alla vigilia Salvini aveva pronosticato un 7-0 per il centrodestra, ma alla fine si è dovuto arrendere: in Valle d’Aosta la Lega finisce all’opposizione. Quindi non più 15-5, nel computo totale delle Regioni, a favore della coalizione che si trova ora all’opposizione in Parlamento; bensì 14-6.
Un doppio successo per i dem. Dopo l’apertura di Zingaretti ad allearsi con gli autonomisti, infatti, il Pd è riuscito anche ad ottenere un presidente gradito. In un primo momento l’Union Valdotaine aveva espresso la volontà di mettere a capo del governo regionale Bruno Testolin. Ma su quest’ultimo, per via di alcune vecchie intercettazioni con il presunto boss della ndrangheta Alessandro Giachino, era arrivato il veto dei consiglieri del Progetto Civico Progressista (alleanza della sinistra valdostana in cui fa parte il Partito Democratico) e quello degli autonomisti di VdA Unie, il progetto dove c’è anche l’ex sottosegretario di Stato del governo D’Alema Luciano Caveri.
Il neoeletto presidente della Regione Valle d’Aosta avrà subito una “grana” da affrontare appena insediatosi. Erik Lavevaz si è preso infatti qualche ora di tempo per valutare eventuali misure restrittive anti Covid analoghe a quelle delle Regioni vicine come il Piemonte e la Lombardia. “Avrò presto un incontro con la Protezione civile per fare il punto sulla situazione”, spiega poco dopo la sua elezione in Consiglio regionale, “e poi con la Giunta fare le valutazioni conseguenti”.
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