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“La procura di Roma si avvia a chiudere le indagini e avviare un processo nei confronti di 5 funzionari dei servizi segreti egiziani che ritiene responsabili dell’arresto, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni. Come sempre l’Egitto non collabora. Non mi sento di dire che da parte del governo italiano c’è stato un passo in avanti. La procura di Roma ha costretto il governo a fare qualcosa. A parte quando venne ritirato l’ambasciatore in questi anni il governo ha fatto poco per mandare segnali di malcontento, che saranno necessari se l’Egitto continuerà a non collaborare“. Lo ha detto il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, a proposito della vicenda dell’uccisione di Giulio Regeni in Egitto.
Zaki, Amnesty: la detenzione preventiva serve per farlo dimenticare
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Noury ha poi commentato le ultime notizie relative alla detenzione di Patrick Zaki in Egitto. “Il calvario di Zaki va avanti da 9 mesi e mezzo, c’è stata una proroga di 45 giorni per la detenzione preventiva. Le accuse potrebbero costargli la condanna all’ergastolo. Tre dirigenti della Ong con cui collaborava sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo“, ha spiegato il portavoce di Amnesty. “Lo scopo della detenzione preventiva è quello di far dimenticare Patrick e gli altri arrestati al mondo. Faccio un appello alle autorità egiziane affinché Patrick entro il capodanno copto, il 7 gennaio, sia rilasciato, e al governo italiano di fare tutto il possibile“, ha concluso.